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Mappa del Dna del papavero da oppio

Mappa del Dna del papavero da oppio

Così produce le sostanze antidolore

04 settembre 2018, 18:50

Redazione ANSA

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Il P. somniferum o papavero da oppio (fonte: Carol Walker) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il P. somniferum o papavero da oppio (fonte: Carol Walker) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il P. somniferum o papavero da oppio (fonte: Carol Walker) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Già gli uomini del Neolitico ne conoscevano le virtù, ma ora per la prima volta si è ottenuta la mappa del Dna del papavero da oppio, scoprendo come questa pianta si è evoluta per produrre sostanze dalle proprietà antidolorifiche e calmanti, come noscapina, morfina e codeina, oggi alla base dei farmaci contro la tosse e il dolore. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science dal gruppo dell'università di New York guidato da Ian Graham, potrebbe aiutare non solo contro lo sviluppo di resistenze a questi farmaci, ma anche a renderne più economica la realizzazione nei Paesi in via di sviluppo. 

La biologia sintetica ha permesso di produrre molti di questi farmaci, ma il papavero da oppio rimane la fonte più economica. Gli studiosi sono riusciti a far luce sull'evoluzione che ha portato la pianta a produrre le tre sostanze, assemblando circa il 95% del genoma del P. somniferum. A fare luce su questo processo sono stati gli elementi ripetitivi che compongono buona parte del codice genetico del papavero da oppio.

Il genoma del papavero è stato poi confrontato con quello di altre piante, come Aquilegia coerulea e Nelumbo nucifera, scoprendo che si sono differenziate l'una dall'altra circa 110 e 125 milioni di anni fa rispettivamente, e che la pianta ha subito la duplicazione del suo intero genoma circa 7,8 milioni di anni fa.

Prima che ciò avvenisse, un gruppo di geni si è fuso insieme in modo da produrre la morfina e codeina. Le piante hanno infatti la capacità di duplicare i loro genomi e quando questo avviene, possono duplicare i geni per fare altre cose, come  sviluppare composti chimici diversi per difendersi dall'attacco di organismi dannosi e per attrarre gli insetti impollinatori.

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