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I geni che fanno viaggiare nel tempo

I geni che fanno viaggiare nel tempo

Fino al concepimento e agli eventi scatenanti delle malattie

24 luglio 2018, 09:40

Redazione ANSA

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Le due sfere al centro del Dna mostrano l’aggiunta di gruppi chimici legata al regime alimentare materno (fonte: Christoph Bock, Max Planck Institute for Informatics) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le due sfere al centro del Dna mostrano l’aggiunta di gruppi chimici legata al regime alimentare materno (fonte: Christoph Bock, Max Planck Institute for Informatics) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le due sfere al centro del Dna mostrano l’aggiunta di gruppi chimici legata al regime alimentare materno (fonte: Christoph Bock, Max Planck Institute for Informatics) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I geni possono far viaggiare indietro nel tempo. Conservano infatti le tracce degli eventi che, fin dai primissimi giorni dopo il concepimento, possono aver determinato problemi di salute da adulti, come alcune forme di cancro e obesità. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dal gruppo della Scuola Londinese di Igiene e Medicina Tropicale coordinato da Matt Silver.

I ricercatori sono partiti da banche dati pubbliche del Dna di embrioni umani cinesi ottenuti da tecniche di fecondazione in vitro. Analizzando le sequenze di specifiche regioni, hanno così trovato le impronte riconducibili al periodo dello sviluppo embrionale. Sono associate alle diverse condizioni ambientali del feto, come ad esempio la differente nutrizione materna. E' una complessa rete di fattori che costituisce il cosiddetto epigenoma, cioè l’insieme dei segnali che regola il funzionamento del Dna, come gli interruttori che accendono o spengono i geni in tessuti diversi e in fasi differenti della vita di una cellula.

"Abbiamo osservato che nei giorni successivi al concepimento in specifiche regioni del Dna vengono aggiunti piccoli gruppi chimici, i gruppi metile, in modo diverso rispetto al resto del genoma", hanno spiegato gli autori. Un risultato che, secondo gli esperti, rappresenta un importante passo per capire i meccanismi attraverso i quali l’embrione risponde all’ambiente in cui si trova durante la gestazione.

"È come se il Dna dell’embrione indossasse un vestito di tipo chimico differente", ha spiegato all’ANSA il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata. Per l’esperto, “erano già noti effetti transgenerazionali dell’epigenoma, come la predisposizione al diabete. Quello che però non sapevamo è a quando risalivano questi effetti". Lo studio adesso fornisce una prima risposta, andando indietro nel tempo fino ai giorni successivi al concepimento. Ma, conclude Novelli “ha alcune limitazioni, ammesse dagli stessi autori, legate al numero ridotto di embrioni studiati e alla tecnica usata per l’analisi dei diversi vestiti che può indossare il Dna, che non è ancora precisa”. 

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