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Sclerosi multipla, staminali domano l'infiammazione

Sclerosi multipla, staminali domano l'infiammazione

Efficaci nei topi, entro 5 anni i primi test su uomo

26 febbraio 2018, 17:41

Redazione ANSA

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Le staminali neurali indotte contrastano l 'azione infiammatoria della microglia (fonte: S. Pluchino, Cambridge University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le staminali neurali indotte contrastano l 'azione infiammatoria della microglia (fonte: S. Pluchino, Cambridge University) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le staminali neurali indotte contrastano l 'azione infiammatoria della microglia (fonte: S. Pluchino, Cambridge University) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'incendio scatenato dalla sclerosi multipla nel sistema nervoso centrale può essere domato da microscopici 'pompieri': sono le cellule staminali neurali indotte, ottenute ringiovanendo le cellule adulte della pelle. Trapiantate nei topi, hanno dimostrato di saper intercettare e bloccare le 'chiamate' tra le cellule piromani del sistema immunitario, riuscendo così a ridurre l'infiammazione e i danni che ne derivano.

I risultati, che aprono la strada all'uso delle cellule degli stessi pazienti per sviluppare terapie personalizzate senza rischio di rigetto, sono pubblicati sulla rivista Cell Stem Cell dal gruppo internazionale coordinato da Stefano Pluchino, del Wellcome Trust-Mrc Stem Cell Institute dell'Università britannica di Cambridge. Lo studio, condotto con il sostegno dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della sua Fondazione (Fism), ha coinvolto diversi ricercatori italiani a Cambridge, come Luca Peruzzotti-Jametti, primo autore del lavoro, e Christian Frezza della Mcr Cancer Unit, che ha contribuito a studiare i meccanismi cellulari alla base della neuroinfiammazione cronica, portando la sua esperienza nel campo dei tumori.

"Riuscendo a modificare lo stato di infiammazione cronica attraverso meccanismi fisiologici, si apre una prospettiva nuova per diverse malattie neurodegenerative ritenute sino ad oggi incurabili", spiega all'ANSA Stefano Pluchino. Per quanto riguarda le possibili applicazioni nella lotta alla sclerosi multipla progressiva, "a Cambridge si sta già lavorando ad una sperimentazione sull'uomo di fase uno: siamo davvero all'inizio - sottolinea il ricercatore - ma siamo del tutto focalizzati per riuscire a iniziare il reclutamento dei primi pazienti fra 5 anni".

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