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Le cellule della pelle trasformate in neuroni del movimento

Le cellule della pelle trasformate in neuroni del movimento

E' la prima volta. Svolta per studio malattie neurodegenerative

14 settembre 2017, 10:27

Redazione ANSA

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Le cellule della pelle trasformate in neuroni del movimento (fonte: Daniel Abernathy) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le cellule della pelle trasformate in neuroni del movimento (fonte: Daniel Abernathy) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le cellule della pelle trasformate in neuroni del movimento (fonte: Daniel Abernathy) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la prima volta sono stati ottenuti in laboratorio i neuroni umani che controllano il movimento o motoneuroni, ricavandoli da cellule umane della pelle 'riprogrammate'. Una possibilita' unica per studiare e trovare nuove armi contro le malattie neurodegenerative che attaccano queste cellule, impossibili da prelevare dai malati in vita. Il risultato, descritto sulla rivista Cell Stem Cell, si deve ai ricercatori della Washington University, guidati da Andrew Yoo.

In sostanza, le cellule adulte della pelle sono state trasformate direttamente in motoneuroni, senza passare per lo stato di cellula staminale. In questo modo non solo si evitano tutti i problemi di tipo bioetico che accompagnano l'uso di staminali, ma si ricavano dei motoneuroni che conservano in memoria l'eta' delle cellule originali della pelle, e quindi anche quella del paziente. Una caratteristica cruciale per studiare queste malattie, come la sclerosi laterale amiotrofica o la corea di Huntington, che si sviluppano in diversi momenti della vita e peggiorano col tempo. "Abbiamo usato le cellule della pelle di adulti sani, tra i 20 e 60 anni d'eta'.

In futuro contiamo di studiare quelle di malati con malattie ai motoneuroni", commenta Yoo. Nel loro lavoro, i ricercatori hanno fatto una sorta di 'restauro' delle cellule, cambiandogli l'interno, ma lasciando intatta la struttura originale, che conserva le caratteristiche 'anagrafiche' dei neuroni adulti, importanti da studiare. Le hanno cosi' riprogrammate prima in neuroni generici, e poi in motoneuroni del midollo spinale, nel giro di 30 giorni. Un risultato che puo' aiutare a capire meglio la malattia e sviluppare nuovi modi per rigenerare gli organi e tessuti danneggiati.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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