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Sbocciato il primo crisantemo blu

Sbocciato il primo crisantemo blu

Con l'aggiunta di due geni i suoi petali sono stati 'modificati' con un colore raro in natura

27 luglio 2017, 13:41

Redazione ANSA

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(fonte: Naonobu Noda/NARO) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(fonte: Naonobu Noda/NARO) - RIPRODUZIONE RISERVATA
(fonte: Naonobu Noda/NARO) - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' sbocciato il primo crisantemo blu: con l'aggiunta di due geni i suoi petali sono stati 'colorati' di un blu puro naturale, intenso e perfetto, nè violetto o bluastro. Insomma, una vera rarità in natura. Questo risultato, frutto dell'ingegneria genetica, apre a future applicazioni per modificare il colore di altri fiori commercializzati su larga scala. A spiegarlo sulla rivista Science Advances, sono i ricercatori del Centro nazionale giapponese di ricerca sull'agricoltura e il cibo di Tsukuba, guidati da da Naonobu Noda.

Il 'blu vero' non è semplice da ricavare, ma richiede una chimica piuttosto complessa. Le molecole dei pigmenti antociani presenti nei petali, stelo e frutti, possono infatti dare al fiore una colorazione che varia dal rosso alla porpora fino al blu, a seconda degli zuccheri e altri gruppi di atomi che si legano. Per avere un fiore blu, non basta fare un trapianto di questi pigmenti, perchè le condizioni e caratteristiche delle cellule della pianta possono non farlo funzionare. Noda ha cercato di risolvere questo problema mettendo nel crisantemo prima il gene di un fiore bluastro, la campanula di Canterbury.

Il blu della proteina così modificata del cristantemo ha conferito al fiore un colore purpureo, invece di rossastro. Dopo di che, i ricercatori hanno messo un secondo gene, questa volta prelevato dal Pisello blu, una pianta asiatica, che ha aggiunto una molecola di zucchero al pigmento antonciano: il risultato è stato così un crisantemo con i petali dal blu perfetto, il migliore che si potesse avere e più facilmente di quel che si aspettavano. I ricercatori vogliono ora produrre dei crisantemi blu incapaci di riprodursi e diffondersi nell'ambiente, in modo da poterli commercializzare. Inoltre, lo studio di questi pigmenti potrà essere utile anche per avere una produzione sostenibile dei colori artificiali.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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