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La prima 'radiografia' di un virus

La prima 'radiografia' di un virus

Con una laser a raggi X, per ricerche ultra-precise

07 luglio 2017, 18:46

Redazione ANSA

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Rappresentazione schematica dell 'esperimento che ha permesso di ottenere la prima 'radiografia ' di un virus (fonte: Philip Roedig, DESY) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione schematica dell 'esperimento che ha permesso di ottenere la prima  'radiografia ' di un virus (fonte: Philip Roedig, DESY) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione schematica dell 'esperimento che ha permesso di ottenere la prima 'radiografia ' di un virus (fonte: Philip Roedig, DESY) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La prima "radiografia" di un virus e' stata ottenuta con l'aiuto di un laser a raggi X, che ha permesso di conoscere la struttura di una particella virale senza danneggiarla. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Methods, permettera' di studiare le strutture biologiche con una precisione senza precedenti, in meno tempo e con meno materiale. Il metodo e' stato sviluppato dal gruppo di ricerca internazionale coordinato dal Sincrotrone a elettroni tedesco (Desy), in collaborazione con il Sincrotrone britannico Diamond.

Esaminare la struttura tridimensionale delle molecole biologiche e' essenziale per capire come funzionano e per comprendere i processi biologici fondamentali che avvengono nell'organismo. In questo campo i raggi X sono sempre stati uno strumento prezioso, rivelando le strutture di migliaia di molecole: le proteine vengono fatte crescere in minuscoli cristalli che sono poi illuminati dai raggi X, riflettendoli in modi caratteristici a seconda della loro forma. Ma la tecnica usata finora ha anche qualche lato negativo: richiede molte ore e moltissimi campioni, perche' ogni cristallo colpito dal laser produce una sola immagine prima di andare distrutto. 

I ricercatori hanno sviluppato un metodo piu' efficiente: hanno usato un chip contenente migliaia di minuscoli pori che ospitano i cristalli di proteine, che vengono scansionati dal laser riga per riga. La tecnica e' stata testata presso l'Acceleratore di particelle Lineare della Stanford University (Slac), usando due diversi campioni di virus: il primo a temperatura ambiente, il secondo ad una temperatura di -180 gradi Celsius. In entrambi i casi, i ricercatori hanno ottenuto abbastanza dati da capire la struttura del virus in pochi minuti. "Il nostro approccio non solo riduce tempo e quantita' di campione necessari, ma apre l'opportunita' di studiare virus interi grazie ai laser a raggi X", conclude Alke Meents, che ha guidato il gruppo.

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