(ANSA)- ROMA, 15 MAR - "Recitare è la meno misteriosa di
tutte le arti", ha detto una volta Marlon Brando. Ma in realtà
per la scienza è un enigma cosa accada nella testa di un attore
quando recita. Prova a fare chiarezza uno studio pubblicato su
Royal Society Open Science, secondo cui il cervello umano si
comporta in modo diverso quando una persona recita un ruolo.
Alcune aree del cervello, legate al senso del sé, si 'spengono',
mentre in altre, come quella legata al prestare attenzione,
l'attività aumenta. In generale, per gli studiosi, e' come se si
stesse perdendo parte del senso del sé. Per la ricerca, della
McMaster University in Canada, sono stati reclutati 15 studenti
di recitazione.
È stato chiesto loro di rispondere a delle domande mentre si
trovavano in una macchina per la risonanza magnetica, in quattro
fasi: essendo se stessi, con un accento diverso dal proprio,
come un caro amico oppure recitando il ruolo di Romeo o
Giulietta, della famosa tragedia di William Shakespeare. La
parte finale dell'esperimento prevedeva la recitazione della
notissima scena del balcone. Guardando le immagini in seguito, i
ricercatori sono stati in grado di identificare un calo
dell'attività cerebrale nella corteccia prefrontale, ad esempio,
quando i volontari fingevano di rispondere alle domande come se
fossero dei loro amici.
Questi cambiamenti erano simili a quelli osservati in
precedenti esperimenti che studiavano la "teoria della mente" -
in altre parole, la capacità di dedurre come le altre persone
potrebbero pensare o sentire. Lo stesso è stato riscontrato
quando hanno recitato il ruolo di Romeo o Giulietta, con una
riduzione aggiuntiva dell'attività in due regioni della
corteccia prefrontale legate al senso di sé, rispetto a quando
gli attori rispondevano come se stessi."Sembra che quando
recitiamo- spiega il primo autore della ricerca Steven Brown -
stiamo sopprimendo noi stessi; quasi come se il personaggio ci
possedesse".
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