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Quando si recita cervello cambia, alcune aree si 'spengono'

Quando si recita cervello cambia, alcune aree si 'spengono'

Secondo gli studiosi si perde parte del proprio senso del sé

ROMA, 15 marzo 2019, 13:03

Redazione ANSA

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(ANSA)- ROMA, 15 MAR - "Recitare è la meno misteriosa di tutte le arti", ha detto una volta Marlon Brando. Ma in realtà per la scienza è un enigma cosa accada nella testa di un attore quando recita. Prova a fare chiarezza uno studio pubblicato su Royal Society Open Science, secondo cui il cervello umano si comporta in modo diverso quando una persona recita un ruolo.
    Alcune aree del cervello, legate al senso del sé, si 'spengono', mentre in altre, come quella legata al prestare attenzione, l'attività aumenta. In generale, per gli studiosi, e' come se si stesse perdendo parte del senso del sé. Per la ricerca, della McMaster University in Canada, sono stati reclutati 15 studenti di recitazione.
    È stato chiesto loro di rispondere a delle domande mentre si trovavano in una macchina per la risonanza magnetica, in quattro fasi: essendo se stessi, con un accento diverso dal proprio, come un caro amico oppure recitando il ruolo di Romeo o Giulietta, della famosa tragedia di William Shakespeare. La parte finale dell'esperimento prevedeva la recitazione della notissima scena del balcone. Guardando le immagini in seguito, i ricercatori sono stati in grado di identificare un calo dell'attività cerebrale nella corteccia prefrontale, ad esempio, quando i volontari fingevano di rispondere alle domande come se fossero dei loro amici.
    Questi cambiamenti erano simili a quelli osservati in precedenti esperimenti che studiavano la "teoria della mente" - in altre parole, la capacità di dedurre come le altre persone potrebbero pensare o sentire. Lo stesso è stato riscontrato quando hanno recitato il ruolo di Romeo o Giulietta, con una riduzione aggiuntiva dell'attività in due regioni della corteccia prefrontale legate al senso di sé, rispetto a quando gli attori rispondevano come se stessi."Sembra che quando recitiamo- spiega il primo autore della ricerca Steven Brown - stiamo sopprimendo noi stessi; quasi come se il personaggio ci possedesse".
   

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