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Cresce il numero di casi gravi di violenza alle donne

Cresce il numero di casi gravi di violenza alle donne

Ma si sentono meno isolate e sempre di più reagiscono prima

ROMA, 02 febbraio 2018, 18:09

Redazione ANSA

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 "Aumenta il numero di episodi più gravi ed efferati di violenza sulle donne, mentre i maltrattamenti che possiamo definire 'più lievi' diminuiscono, anche grazie a una maggiore consapevolezza che si sta diffondendo. Secondo le indagini Istat del 2006 e del 2014, la percentuale delle vittime che ammette di 'aver avuto paura per la propria vita' e' salita dal 18,8 al 34,5%". A fare il punto è la statista sociale Linda Laura Sabbadini, tra i relatori del corso di formazone per giornalisti "Stop alla violenza di genere. Formare per fermare", organizzato a Roma, Napoli e, prossimamente, Milano, con il sostegno del Gruppo Menarini e in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità.
    Circa una donna su tre almeno una volta nella vita, ha subito episodi di violenza, ma il sommerso rappresenta ancora la grande maggioranza dei casi. Tuttavia, aumenta la consapevolezza. "Il numero dei casi meno gravi, soprattutto tra le giovani, - prosegue l'esperta- è in diminuzione, probabilmente perché rispetto a qualche tempo fa, le donne reagiscono di più, denunciano di più e si sentono meno isolate. Raddoppia, secondo le indagini Istat, la quota di quelle che considerano la violenza come un reato, passando dal 6,7 all'11,8%. Ma questo porta anche a una reazione maschile più grave che in passato". Del tema, d'altronde, se ne parla anche di più sui media.
    "Negli ultimi anni - sottolinea Paola Barretta dell'Osservatorio di Pavia - c'è stato tanto incremento di attenzione nei confronti della violenza di genere nei contenitori di informazione e in prima serata. Questo ha portato a sensibilizzare l'opinione pubblica. Manca però una attenzione sistematica". Importante è però non solo quanto, ma come se ne parla. Perché anche la scelta delle parole conta. "La formazione è importante a tutto tondo, e anche a livello di comunicazione, perché quando si racconta una storia di violenza fa un'enorme differenza il modo in cui si racconta", precisa Lucia Annibali, consulente per le Pari Opportunità della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. "E questo vale non solo nei confronti della donna in sé, ma anche rispetto alla società stessa, ovvero al servizio di educazione sociale che si fa. Raccontarla nel modo giusto può diventare un modo per aiutare anche altre donne in difficoltà", sottolinea l'avvocatessa, che dopo la violenza subita dall'ex ha dedicato la sua vita ad aiutare le donne.

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