di Stefan Wallisch
(ANSA) - BOLZANO, 30 NOV - Sulle Alpi incombe lo
"sci-lockdown", ovvero un Natale con gli impianti di risalita
chiusi. A nord e a sud del Brennero gli operatori turistici
temono pesanti perdite. Mentre gli impiantisti austriaci
lanciano un vero e proprio "grido d'aiuto", gli assessori delle
regioni alpine in Italia propongono un compromesso: lo skipass
solo per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Ma c'è
chi frena e propone una ripresa dello sci solo dopo le
festività.
L'Oms ha ribadito che "il rischio non è lo sci in sé ma gli
aeroporti, i bus, i resort, i rifugi dove le persone si
riuniscono in grandi numeri. Non dovremo ridurre il problema
allo sci: i governi devono considerare che ogni attività che
implica grosse masse di persone che si muovono deve essere
gestita con cura e con un approccio di riduzione del rischio",
ha detto il capo delle emergenze dell'Oms Mike Ryan. A Berlino
il ministro alle finanze Olaf Scholz ha confermato la linea
tracciata nei giorni scorsi dalla cancelliera Merkel. "Nessuno
ha dimenticato che i centri sciistici hanno diffuso il virus",
ha detto, ribadendo la richiesta di uno stop europeo fino al 10
gennaio.
Secondo il governatore altoatesino Arno Kompatscher, "è ormai
evidente che per l'avvio della stagione sciistica attualmente
mancano tutti i presupposti. Dobbiamo lavorare tutti assieme per
creare le condizioni per poter partire dopo Capodanno", ha
sottolineato chiedendo i ristori per tutti i settori colpiti
dallo stop. A sorpresa al coro dei 'prudenti' si è aggiunto il
potente presidente del Consorzio dei comuni tirolesi e sindaco
del centro sciistico Soelden, Ernst Schoepf: "L'inverno è lungo.
Siamo solo all'inizio. Anche se partissimo solo a gennaio,
avremmo ancora parecchio da fare. Per il momento né in Austria
né in Germania i numeri consentono una riapertura". Schoepf ha
ricordato che il 70% degli clienti arriva da paesi che
attualmente sconsigliano viaggi verso l'Austria.
Il fronte pro sci a questo punto cerca il compromesso. Gli
impiantisti austriaci lamentano "l'ingusta campagna contro lo
sci" e propongono "un'apertura moderata" degli impianti. Anche
in Italia l'iniziativa degli assessori delle regioni alpine mira
a "vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo
per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o
per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone
sciistiche". Il governatore veneto Luca Zaia ha precisato che
"ben venga questo documento perché c'è interesse, ma non è la
proposta della Regione Veneto per gli impianti di sci, per i
quali ho avanzato un parere". Il presidente della Regione
Liguria Giovanni Toti ha invece rilanciato il "modello a zone"
da applicare anche allo sci. Almeno sui ristori tutti sono
d'accordo, vengono considerati indispensabili per ammortizzare
le perdite di una stagione che per il momento non ha neanche una
data di avvio. (ANSA).