Per le terapie digitali bisognerà
aspettare ancora, ma la salute, dalla prevenzione al follow up e
le cure, già adesso sfrutta le tecnologie offerte da internet e
il digitale. Più di 1 cittadino su 3 usa il web per cercare
informazioni su salute e stili di vita, mentre il 41% sfrutta le
app di coaching. Lo ha spiegato Chiara Sgarbossa, direttore
dell'Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico
di Milano, nel workshop REDESIGNING LIFE allo StartupItalia Open
Summit 2019 #SIOS19 presso l'università Bocconi di Milano.
In base ai dati presentati, è emerso che il 41% di chi cerca
informazioni sulla salute su internet lo fa su siti
istituzionali e autorevoli. Circa la raccolta dei dati, anche se
il 41% dei cittadini usa almeno un'app di coaching o uno
strumento indossabile, "solo uno su quattro comunica poi i dati
raccolti al proprio medico - continua Sgarbossa - Il 15% sarebbe
interessato a una polizza sanitaria con app o wearable
integrati, che premi, con una gratificazione finanziaria, chi
riesce a migliorare il proprio stile di vita".
Non ha invece ancora molto successo il cosiddetto tripadvisor
di medici e strutture. "Anche se si stanno diffondendo siti web
dove è possibile cercare informazioni e valutazioni su strutture
sanitarie e medici - prosegue - gli italiani non si fidano
ancora delle recensioni online". Però prima di una visita, circa
1/3 cerca informazioni sul web per prepararsi a parlare col
medico. Per quanto riguarda invece le terapie digitali (che
offrono interventi terapeutici guidati da software per
prevenire, gestire o trattare un disturbo o una malattia),
secondo gli operatori sanitari quelle di maggior impatto nei
prossimi 5 anni saranno le app per il monitoraggio dell'aderenza
alla terapia, seguite da quelle che danno raccomandazioni sui
dosaggi dei farmaci e che propongono un intervento medico. "Le
principali barriere alla terapia digitale sono la scarsa
conoscenza della validità clinica - conclude Sgarbossa - la
difficoltà a comprendere le opportunità offerte e l'assenza di
rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale".
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