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Psichiatria, crescono i pazienti ma 600 specialisti in meno in 1 anno

Sip, 92mila ricoveri e in 600mila al Pronto Soccorso. 'Quadro critico'

(di Manuela Correra)

Sempre più pazienti con disturbi mentali e sempre meno psichiatri ed operatori per curarli: nel 2017 infatti, secondo gli ultimi dati, oltre 92mila sono stati i ricoveri e 600mila gli accessi al Pronto soccorso, mentre in un solo anno si è registrato un calo del 10% di medici psichiatri ed operatori (da 62 a 56 per 100mila abitanti). E' il quadro descritto dalla Società Italiana di Psichiatria (Sip), in occasione della prossima Giornata Mondiale della Salute mentale che si terrà il 10 ottobre. Una giornata, affermano gli specialisti, che "in Italia non si può festeggiare".

Il "quadro clinico della psichiatria italiana - afferma la Sip - è quasi in fase terminale". Meno medici e carenza di personale specializzato, e più pazienti con disturbi: è questo il contesto critico in cui, afferma la Sip, "gli operatori sono costretti a turni di lavoro massacranti per soddisfare le crescenti richieste dei malati a fronte di una riduzione dei servizi". Eppure esempi di 'buone pratiche' sul territorio ci sono ma manca, denunciano gli psichiatri, "il confronto fra organismi decisionali e istituzioni". La crescente domanda di assistenza è evidente: gli accessi al Pronto soccorso per patologie psichiatriche sono stati 600mila nel 2017 contro i circa 576mila del 2016, di cui il 47% per sindromi nevrotiche o somatoformi che potrebbero essere trattate negli ambulatori se questi fossero più efficienti.

Il problema, osserva la Sip, è che "i professionisti sono ridotti all'osso, con circa 600 psichiatri in meno in un solo anno, nel 2017 rispetto al 2016, sottoposti a turni massacranti ed a rischio di 'burn-out'". A ciò si aggiungono gli "scarsi finanziamenti che non permettono il rinnovamento del personale e il miglioramento della qualità dell'assistenza". In sofferenza anche le prestazioni sanitarie, scese da 11.860.073 nel 2016 a circa 11.474.000 nel 2017, mentre crescono i pazienti bisognosi di cure passati da 807.000 circa nel 2016 a più di 851.000 nel 2017, per problematiche sempre più complesse. Aumentano anche quelli con vincoli giudiziari per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. A farne le spese, denuncia la Sip, "sono i pazienti e le loro famiglie costretti a subire il ritardo anche della presa in carico da parte dei Centri di Salute Mentale, con ridotta apertura oraria, attivi solo in poche Regioni per 12h al giorno 5 giorni a settimana, come invece era previsto dai Progetti Obiettivo Tutela della Salute Mentale".

E resta, sottolinea il presidente Sip Enrico Zanalda, "pure la grave disomogeneità nell'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) in salute mentale dal Nord al Sud". Ma benché la situazione sia grave, le possibilità per 'risanarla' ci sarebbero: la chiave, osserva Zanalda, è "tornare a potenziare i servizi territoriali al fine di intercettare il disturbo psichiatrico prima che divenga cronico ed investire in percorsi di cura efficaci". Inoltre, "occorre valorizzate le buone pratiche esistenti a livello locale, favorendo confronto e forme di collaborazione, e programmare a livello nazionale e regionale finanziamenti per la realizzazione di interventi integrati. Questi obiettivi - conclude Zanalda - si possono realizzare ascoltando le necessità di pazienti e familiari, che chiedono modelli organizzativi e terapeutici moderni, Centri di Salute Mentale ben attrezzati e una maggiore integrazione con i servizi sociali e sanitari".

   

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