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Liste d'attesa, Regioni e Asl lontane dalla trasparenza prevista

Liste d'attesa, Regioni e Asl lontane dalla trasparenza prevista

Gimbe, solo 9 hanno portale interattivo, nessuna i dati aggiornati

ROMA, 13 maggio 2019, 14:52

Redazione ANSA

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Report della Fondazione Gimbe per monitorare l 'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d 'Attesa (Pngla) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Report della Fondazione Gimbe per monitorare l 'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d 'Attesa (Pngla) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Report della Fondazione Gimbe per monitorare l 'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d 'Attesa (Pngla) - RIPRODUZIONE RISERVATA

- Informazioni precise e puntuali sui tempi di attesa per visite ed esami medici, disponibili on-line per tutti i cittadini. E' uno dei punti previsti dal Ministero della Salute per affrontare l'annoso problema delle liste d'attesa. Ma le regioni sembrano ancora lontane dal realizzare la previsione. Solo 9 hanno predisposto il portale interattivo "ma nessuna fornisce informazioni sia sul rispetto dei tempi massimi di attesa e sia, per ciascuna prestazione, l'indicazione della prima disponibilità per il cittadino". È quanto emerge dal report della Fondazione Gimbe per monitorare l'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d'Attesa (Pngla).
    La rendicontazione relativa alle 43 prestazioni ambulatoriali previste dal Pngla 2010-12 "è ancora lontana da standard ottimali ed estremamente variabile tra le diverse Regioni, nonostante il netto miglioramento rispetto ai risultati preliminari pubblicati nel 2018", precisa il rapporto. 

In particolare, 9 Regioni (Provincia autonoma di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d'Aosta) dispongono di portali interattivi. Ma dalla loro analisi "emerge la notevole eterogeneità di struttura e funzioni da cui deriva la differente utilità per la programmazione sanitaria e per l'informazione al cittadino". C'è poi un altro gruppo di 8 regioni che fornisce informazioni e dati ma non aggiornati (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) rendono disponibili solo l'archivio storico con dati, range temporali e frequenza di aggiornamento estremamente variabili. Ci sono poi 3 Regioni (Campania, Sicilia, Umbria) che rimandano ai siti web delle aziende sanitarie senza effettuare alcuna aggregazione dei dati. E una, la Calabria, non fornisce alcuna informazione sui tempi di attesa. Quanto alle aziende sanitarie, solo 49 su 269 (18%) rendono disponibile il piano attuativo aziendale, mentre l'83% effettua una rendicontazione pubblica sui tempi di attesa sul proprio sito o rimandando a quello della Regione. "Tuttavia - spiega il report - le informazioni disponibili sono frammentate ed notevolmente eterogenee rispetto alla potenziale utilità per gli utenti". "L'auspicio - conclude il presidente Gimbe Nino Cartabellotta - è che i risultati del nostro studio vengano utilizzati a livello istituzionale per informare il riallineamento dei sistemi informativi regionali e aziendali, fornendo così una base univoca di dati per confrontare le performance regionali, anche al fine di includere il rispetto dei tempi di attesa negli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza".
   

Ministro Grillo, i cambiamenti hanno bisogno di tempo

"Abbiamo messo 350 milioni di euro sul passaggio digitale perché ci rendevamo conto che il problema era lì. Poi per fare gli adeguamenti tecnici occorre del tempo, non si fanno in due mesi". Lo ha spiegato il ministro della Salute Giulia Grillo, in merito alla difficoltà per regioni e aziende sanitarie di adeguarsi alle richieste previste nel Piano Nazionale per il Governo delle Liste d'Attesa, intervenendo a margine della presentazione del "Roadshow per la formazione dei ristoratori per una sana e corretta alimentazione".
"Bisognerà preparare i bandi gli, appalti - ha proseguito il ministro - e ci vorranno probabilmente un paio di anni. Nel frattempo ci sono, però, da fare da subito tante altre cose, come fissare gli obiettivi dei direttori generali e farli rispettare".
"Nella sanità - ha concluso - i tempi sono lunghi ma una volta che si innescano i cambiamenti poi si portano a termine".

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