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Sindromi influenzali, gli italiani hanno sborsato 1,2 mld di tasca propria

Sindromi influenzali, gli italiani hanno sborsato 1,2 mld di tasca propria

Nel 2018 per farmaci da banco. Circa 570 milioni da novembre a febbraio 2019

ROMA, 09 aprile 2019, 14:40

Redazione ANSA

ANSACheck

Per l 'influenza spesi circa 570 milioni dal primo novembre al 28 febbraio 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per l 'influenza spesi circa 570 milioni dal primo novembre al 28 febbraio 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Per l 'influenza spesi circa 570 milioni dal primo novembre al 28 febbraio 2019 - RIPRODUZIONE RISERVATA

 (di Silvana Logozzo)

 Influenza, quanto mi costi. Le sindromi influenzali, dall'influenza stagionale vera e propria ai raffreddamenti con mal di gola e tosse che si possono presentare anche in primavera e in estate, hanno fatto sborsare di tasca propria agli italiani 1 miliardo e 187 milioni nell'anno solare 2018 per farmaci non prescrivibili. Da novembre 2018 al 28 febbraio 2019, la spesa è stata di circa 570 milioni, secondo i dati forniti da Iqvia, provider globale di informazioni in ambito sanitario, tecnologie innovative, consulenza e servizi di ricerca clinica. La parte del leone l'hanno fatta le farmacie che, su un totale di 1 miliardo e 187 milioni, hanno registrano vendite per un miliardo e 69 milioni. Mentre il resto dei farmaci da banco sono stati acquistati nelle parafarmacie e presso la grande distribuzione organizzata. Nel 2018 è stato registrato un aumento di vendite di farmaci contro la tosse del 5,2% a 322 milioni di euro. In particolare sono stati spesi 150 milioni di euro (+7,8%) in sedativi per la tosse, mentre gli espettoranti hanno raggiunto 172 milioni (+4%). Per quanto riguarda i prodotti che hanno dominato il mercato lo scorso anno, mantiene il primato l'antipiretico-analgesico, paracetamolo. Nel periodo dal primo novembre 2018 al 28 febbraio 2019, il trend di vendita dei farmaci per la cura dei sintomi influenzali (automedicazione e farmaci senza obbligo di prescrizione) ha registrato un leggero calo rispetto allo stesso periodo 2017-2018, quando la stagione influenzale è stata più virulenta. Infatti, in questi quattro mesi, nel consumo di tutto il comparto (antipiretici, decongestionanti, antitosse, espettoranti, soluzioni saline, anti-allergici) è stato evidenziato un calo dello 0,2% a valori rispetto allo stesso periodo del 2017-2018. In controtendenza i prodotti per il mal di gola (+3,6%), le soluzioni saline nasali (+3,2%) e i prodotti anti-allergici da banco (+10,6%). Mediamente - secondo l'analisi di Iqvia - le sindromi influenzali in Italia colpiscono ogni anno il 9% della popolazione, con un minimo del 4%, osservato nella stagione 2005-2006. Mentre nella stagione 2017-2018 si è registrato il massimo assoluto: il 15%. Il periodo influenzale 2018-2019, ancora parzialmente in corso, è stato caratterizzato da un periodo iniziale di bassa incidenza fino alla fine di dicembre 2018. Mentre il virus si è molto diffuso con l'inizio del 2019. Secondo i dati del Sistema nazionale di sorveglianza InfluNet, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), il picco epidemico è stato raggiunto tra la fine del mese di gennaio e l'inizio di febbraio. Il contagio ha interessato soprattutto le età pediatriche prescolari e scolari e gli ultracinquantenni. In questa stagione ci sono stati 282 casi gravi di influenza e 52 decessi. Nell'80% dei casi gravi e nell'85% dei decessi da influenza, i pazienti presentavano almeno una patologia cronica preesistente. Quasi tutti i casi mortali potevano essere evitati con la vaccinazione - ha sottolineato l'Iss - perché, anche se il vaccino non sempre evita il contagio dell'influenza, previene le forme più gravi e le relative complicanze.

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