L'Europa occidentale è molto vicina a raggiungere gli obiettivi '90-90-90' definiti dall'Onu per l'Aids, che prevedono di diagnosticare il 90% dei sieropositivi, di trattare almeno il 90% dei diagnosticati e di raggiungere per i trattati almeno il 90% di soppressione della carica virale. Lo afferma un report del Centro Europeo per il Controllo delle malattie (Ecdc) in vista del World Aids Day dell'1 dicembre.
Gli obiettivi per il 2020 sono stati decisi dall'Unaids, l'agenzia Onu per la lotta alla malattia, nel 2014, e per la prima volta è stato monitorato lo 'stato dell'arte' in 52 dei 55 paesi che fanno parte della regione Europea dell'Oms. "In generale - scrivono gli esperti nel rapporto, pubblicato su Eurosurveillance - l'80% delle persone con Hiv in questi paesi riceve la diagnosi, di questi il 64% riceve un trattamento e l'86% dei trattati ha la soppressione virale".
Tra le varie aree europee quella con i migliori risultati (87-91-93) è quella occidentale, mentre nella parte orientale solo il 46% dei sieropositivi viene trattato. L'Italia ha dei numeri positivi, affermano gli esperti, con un 88-87-87 in linea con il resto dell'Europa occidentale. Una volta raggiunti gli obiettivi, ammonisce però il rapporto, bisogna proseguire con gli sforzi. "È cruciale non accontentarsi una volta ottenuto il '90-90-90'. Ognuno di questi 'ultimi 10%' include persone particolarmente marginalizzate dai servizi sanitari. Sforzi intensi sono vitali per far diventare realtà l'ultimo obiettivo, l'arrivo a zero casi".