Dire la verità,
assistere, prendersi cura, ma soprattutto collaborazione per il
bene dei pazienti in fase terminale per "umanizzare questa
ultima fase della vita umana". Lo afferma la Dichiarazione
Congiunta sulle Cure Palliative, firmata a Houston (Usa) da
mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per
la Vita, e dal vescovo metodista Scott J. Jones. Come ha
sottolineato mons. Vincenzo Paglia "si tratta di sviluppare la
cultura dell'accompagnamento per non lasciare solo nessuno. In
questo senso le Cure Palliative sono una prospettiva olistica
per accompagnare il malato, per aiutare la famiglia, per
coinvolgere la gli amici, perché nessuno sia lasciato solo a
vivere questo momento così importante. Serve una nuova cultura
perché gli ultimi tempi della propria esistenza terrena siano
accompagnati dall' amore, dalla vicinanza, dalla tenerezza".
La struttura metodista di Houston ospita la Conferenza
medico-scientifica sulle Cure Palliative, organizzata dalla
Pontificia Accademia e dallo Houston Methodist Center, insieme
con l'Md Anderson Cancer Center di Houston. L'appuntamento è in
collaborazione con l'arcidiocesi di Galveston-Houston, guidata
dal card. Daniel DiNardo che è anche Presidente della Conferenza
episcopale statunitense.
Per la Pontificia Accademia per la Vita la Conferenza di
Houston fa seguito al Convegno internazionale che si è svolto a
Roma il 28 febbraio/1 marzo 2018 e apre una stagione di
congressi a livello regionale sulla promozione e diffusione di
una cultura delle Cure Palliative.
La Dichiarazione Congiunta sottolinea, tra l'altro, che "la
cura pastorale dei malati consiste nell'assistenza spirituale e
religiosa. È un diritto del malato e un dovere della Chiesa".
Allo stesso tempo la Dichiarazione riafferma che le Cure
Palliative, i cui protocolli sono definiti a livello
internazionale, non vanno mai ed in nessun modo confuse con
l'eutanasia, una pratica rifiutata dalle confessioni cristiane.
"La filosofia di fondo delle Cure Palliative - ribadisce il
testo - è di provvedere alla migliore qualità della vita per le
persone che si trovano nella delicata fase di passaggio alla
fine della loro esistenza". La Dichiarazione elenca i criteri
definiti a livello internazionale per un appropriato uso delle
tecnologie mediche; ribadisce il diritto dei malati a conoscere
la verità sulla loro condizione; il diritto ad un'assistenza
qualificata sul piano medico-sanitario e spirituale-religioso;
l'importanza di accompagnare sia il malato sia le famiglie; il
rifiuto di ogni forma di eutanasia.
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