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Mons. Paglia, malati terminali, non lasciare nessuno solo

Mons. Paglia, malati terminali, non lasciare nessuno solo

Pav-Metodisti, cure palliative non vanno confuse con eutanasia

CITTA' DEL VATICANO, 17 settembre 2018, 11:26

Redazione ANSA

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Dire la verità, assistere, prendersi cura, ma soprattutto collaborazione per il bene dei pazienti in fase terminale per "umanizzare questa ultima fase della vita umana". Lo afferma la Dichiarazione Congiunta sulle Cure Palliative, firmata a Houston (Usa) da mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e dal vescovo metodista Scott J. Jones. Come ha sottolineato mons. Vincenzo Paglia "si tratta di sviluppare la cultura dell'accompagnamento per non lasciare solo nessuno. In questo senso le Cure Palliative sono una prospettiva olistica per accompagnare il malato, per aiutare la famiglia, per coinvolgere la gli amici, perché nessuno sia lasciato solo a vivere questo momento così importante. Serve una nuova cultura perché gli ultimi tempi della propria esistenza terrena siano accompagnati dall' amore, dalla vicinanza, dalla tenerezza".
    La struttura metodista di Houston ospita la Conferenza medico-scientifica sulle Cure Palliative, organizzata dalla Pontificia Accademia e dallo Houston Methodist Center, insieme con l'Md Anderson Cancer Center di Houston. L'appuntamento è in collaborazione con l'arcidiocesi di Galveston-Houston, guidata dal card. Daniel DiNardo che è anche Presidente della Conferenza episcopale statunitense. Per la Pontificia Accademia per la Vita la Conferenza di Houston fa seguito al Convegno internazionale che si è svolto a Roma il 28 febbraio/1 marzo 2018 e apre una stagione di congressi a livello regionale sulla promozione e diffusione di una cultura delle Cure Palliative.
    La Dichiarazione Congiunta sottolinea, tra l'altro, che "la cura pastorale dei malati consiste nell'assistenza spirituale e religiosa. È un diritto del malato e un dovere della Chiesa".
    Allo stesso tempo la Dichiarazione riafferma che le Cure Palliative, i cui protocolli sono definiti a livello internazionale, non vanno mai ed in nessun modo confuse con l'eutanasia, una pratica rifiutata dalle confessioni cristiane.
    "La filosofia di fondo delle Cure Palliative - ribadisce il testo - è di provvedere alla migliore qualità della vita per le persone che si trovano nella delicata fase di passaggio alla fine della loro esistenza". La Dichiarazione elenca i criteri definiti a livello internazionale per un appropriato uso delle tecnologie mediche; ribadisce il diritto dei malati a conoscere la verità sulla loro condizione; il diritto ad un'assistenza qualificata sul piano medico-sanitario e spirituale-religioso; l'importanza di accompagnare sia il malato sia le famiglie; il rifiuto di ogni forma di eutanasia.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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