Nuove tecnologie e nuove norme Ue
potrebbero portare nel 2030 a ridurre del 54% le morti dovute
all'inquinamento atmosferico rispetto ai livelli del 2005 (oltre
200mila in meno rispetto a oggi), meglio dell'obiettivo previsto
del pacchetto legislativo aria pulita, presentato nel 2013. E'
quanto emerge dal primo rapporto 'Prospettive sull'aria pulita'
pubblicato dalla Commissione europea, che però per quanto
riguarda i Paesi sembra analizzare il recepimento delle norme Ue
sulla carta e non l'effettivo conseguimento degli obiettivi di
riduzione dello smog.
Nonostante una tendenza alla diminuzione dei livelli di tutti
gli inquinanti nel periodo 2000-2015, si legge nel documento,
fino al 20% della popolazione urbana europea è esposta a livelli
superiori al valore limite giornaliero Ue per il particolato
(Pm10). Per il particolato fine (Pm2,5), fino all'8% della
popolazione urbana è esposta a concentrazioni superiori al
valore limite Ue e oltre l'82% a quello, più severo,
raccomandato dall'Oms. Per il biossido di azoto (No2) il valore
limite annuale continua ad essere ampiamente superato in tutta
Europa.
Le emissioni di ammoniaca dall'agricoltura sono quelle su cui
la legislazione europea sulla qualità dell'aria riesce a
incidere meno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA