Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

In montagna anche con malattie cardiache? I consigli dei medici

In montagna anche con malattie cardiache? I consigli dei medici

Le raccomandazioni per chi sale in alta quota

BOLZANO, 09 febbraio 2018, 12:41

Redazione ANSA

ANSACheck

In montagna anche con malattie cardiache? I consigli dei medici - RIPRODUZIONE RISERVATA

In montagna anche con malattie cardiache? I consigli dei medici - RIPRODUZIONE RISERVATA
In montagna anche con malattie cardiache? I consigli dei medici - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Camminare in montagna è utile per prevenire le malattie cardiovascolari, su questo i cardiologi sono d'accordo. Ma questo vale anche per le persone che già soffrono di questo disturbo? A quali condizioni possono andare in montagna e quali regole di comportamento dovrebbero seguire? Sotto la guida del cardiologo Gianfranco Parati dell'Università Bicocca di Milano, un team di esperti ha analizzato diversi studi sugli effetti dell'esposizione all'alta quota di persone affette da malattie cardiovascolari. Le raccomandazioni elaborate dai medici sono state recentemente pubblicate nella rivista scientifica European Heart Journal.
    A partire dai 2.500 metri di altitudine, al nostro corpo è richiesto uno sforzo maggiore. L'aria contiene meno ossigeno, questo comporta accelerazione della frequenza respiratoria e aumento della pressione sanguigna e si traduce in un carico notevole per il sistema cardiovascolare. È per questo che chi soffre di pressione alta, malattie coronariche o ha recentemente avuto un infarto dovrebbe fare particolare attenzione in montagna.
    "Solo nel caso di malattie cardiache molto gravi, però, è necessario rinunciare completamente all'alta quota - specifica Hermann Brugger, esperto di medicina di montagna di Eurac Research di Bolzano in una nota -. Se si attiene alle indicazioni, il paziente può praticare molte attività, e in certi casi addirittura migliorare il suo stato di salute".
    Ad esempio, nel caso della coronaropatia, gli esperti consigliano di non superare determinate quote, perché questa malattia comporta un restringimento delle coronarie e quindi al muscolo del cuore arriva meno ossigeno. Con coronaropatie lievi è possibile spingersi fino a 4.200 metri, con patologie di media portata è meglio fermarsi a quota 2.500. Nel caso di malattie coronariche gravi, il paziente deve rinunciare alle escursioni in montagna.
    Anche l'assunzione dei farmaci adeguati è una questione fondamentale, spiega Brugger: "I farmaci contro l'ipertensione spesso funzionano come diuretici: eliminano sali e acqua dal sangue, questo riduce il volume ematico e di conseguenza la pressione sanguigna scende. In montagna, però, bisogna stare attenti a questi farmaci perché, a causa della fatica e della traspirazione, il corpo perde più liquidi e quindi c'è il rischio di disidratarsi".
    Ai pazienti che soffrono di ipertensione da moderata a severa viene raccomandato di controllare regolarmente i propri valori prima e durante la permanenza in montagna. In base alla gravità della malattia, i pazienti devono anche sottoporsi a diversi tipi di test clinici prima di salire in alta quota.
    Se il paziente segue tutte le raccomandazioni, le escursioni in montagna possono avere un effetto molto positivo sul decorso della malattia: lo possono rallentare e in certi casi anche arrestare. "Anche la psiche ne trae giovamento. La sicurezza di poter mantenere una certa dose di libertà e autonomia nonostante la malattia accresce notevolmente l'autostima e il benessere dei pazienti", conclude Brugger.
    Le raccomandazioni nascono dall'analisi sistematica di tutti gli studi che hanno affrontato il tema dell'esposizione all'alta quota di pazienti con malattie cardiovascolari, reperibili nella letteratura scientifica. L'analisi è stata svolta da esperti delle maggiori società italiane ed europee di cardiologia e ipertensione e della Società internazionale per la medicina di montagna (Ismm), guidati da Gianfranco Parati.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza