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Tumore fegato, ospedale Negrar sperimenta vaccino su uomo

Tumore fegato, ospedale Negrar sperimenta vaccino su uomo

Farmaco ha lo scopo di indurre risposta immunitaria

VERONA, 29 gennaio 2018, 20:28

Redazione ANSA

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Una cellula tumore nel momento in cui si divide (fonte: United States: National Institutes of Health) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una cellula tumore nel momento in cui si divide (fonte: United States: National Institutes of Health) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una cellula tumore nel momento in cui si divide (fonte: United States: National Institutes of Health) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 All'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) è stata avviata per la prima volta sull'uomo la sperimentazione di un farmaco innovativo contro il tumore al fegato. Si tratta del vaccino IMA970A, un farmaco specifico contro l'epatocarcinoma che ha lo scopo di indurre una risposta immunitaria tale ritardare il ripresentarsi del cancro o favorire un'ulteriore regressione dello stesso dopo il trattamento locale. L'epatocarcinoma è il tumore maligno più frequente del fegato che lo scorso anno ha registrato in Italia 13 mila nuovi casi e che nel mondo ha un'incidenza di 750 mila casi all'anno. Allo studio clinico di fase I e II Hepavac-101, finanziato dall'Unione Europea, partecipano numerosi centri europei. Per quanto riguarda l'Italia è coinvolto, oltre all'ospedale di Negrar (in collaborazione con l'Università dell'Insubria), anche l'Istituto Nazionale Tumori "Pascale" di Napoli.


    La sperimentazione è riservata ai pazienti con epatocarcinoma in fase iniziale, che sono candidati ad un trattamento locale: intervento chirurgico, termoablazione o ablazione mediante radiofrequenza e microonde, chemioembolizzazione e radioembolizzazione. Nonostante questi trattamenti possano ottenere una distruzione del tessuto vitale del tumore, nel tempo la malattia è destinata a ripresentarsi o a peggiorare nella maggior parte dei casi, tanto che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 20%. Da qui la necessità di trovare nuove opzioni terapeutiche. Scopo dello studio infatti è quello di valutare la tollerabilità del vaccino e verificare se questo, somministrato dopo la regressione della malattia ottenuta con il trattamento locale, è in grado di migliorare la prognosi e quindi di aumentare la sopravvivenza.
   

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