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Oms, su vaccini l'Italia è dietro ad alcuni stati africani

Ma è fra migliori al mondo contro mortalità materna e infantile

Redazione ANSA ROMA

Nelle discussioni sui vaccini dell'ultimo periodo si sottolinea spesso che l'Italia è ormai superata da diversi paesi, e per vederlo scritto nero su bianco basta consultare il rapporto dell'Oms 'World Health Statistics' pubblicato oggi. Secondo il documento, che fotografa la salute mondiale attraverso una serie di coperture, non solo le coperture italiane sono tra le più basse d'Europa, ma ci sono paesi africani che ci hanno superato. Nella tabella su tetano, pertosse e difterite i dati del rapporto, che si riferiscono al 2015, danno per l'Italia una copertura del 93%, fra le più basse della regione Europea, superata anche dai migliori paesi africani, da Rwanda e Tanzania, che sono al 98%, a Eritrea, Botswana e Algeria che sono al 94%. La crisi, sottolinea il documento, non riguarda solo il nostro paese.

"I miglioramenti che si erano visti nelle coperture globali tra il 2000 e il 2010 - si legge - hanno avuto un rallentamento tra il 2010 e il 2015". Altri punti critici dal punto di vista della salute che il rapporto segnala per l'Italia sono la mortalità per incidenti stradali, 6,1 morti per 100mila abitanti, molto più alta ad esempio dei 2,8 svedesi, e quella per gli effetti dell'inquinamento. Sono attribuibili a questa causa, scrivono gli esperti dell'Oms, 35,2 morti ogni 100mila abitanti, una cifra molto superiore a quella svedese (0,4), ma che è anche tre volte quella negli Usa. Nel rapporto sono evidenziati anche molti lati positivi del sistema italiano, con altri parametri che ci vedono posizionati molto meglio. Da noi ad esempio è registrata una mortalità materna di 4 donne ogni 100mila parti, tra le più basse al mondo e superata solo da quella di Polonia, Finlandia, Islanda e Grecia che è 3.

Anche sotto il profilo delle morti sotto i cinque anni l'Italia risulta tra i migliori, con 3,5 ogni mille nati. Su questi due fronti, ricorda il documento, lo sforzo globale segna invece un po' il passo. Ogni giorno nel 2015 860 donne sono morte per le conseguenze del parto, un tasso di 216 ogni 100mila, ben lontano dal 70 su 100mila che l'Oms si è data come obiettivo per il 2030. Va meglio sul fronte della mortalità sotto i 5 anni, che comunque rimane di 43 ogni mille nati vivi, in calo del 44% rispetto al 2000. Buoni risultati sta avendo la lotta contro Aids e malaria, segnala il documento, entrambe voci che vedono l'Italia con numeri tra i più bassi al mondo.

"Nel 2015 ci sono stati comunque 2,1 milioni di nuovi sieropositivi - spiega il rapporto -, la cifra è più bassa del 35% rispetto al 2000, e anche l'accesso ai trattamenti sta migliorando. Il 60% delle popolazioni a rischio malaria aveva inoltre accesso alle zanzariere trattate con insetticida, ed erano il 34% nel 2010". In leggera discesa, dal 19 al 17%, anche la probabilità media mondiale di morte sotto i 70 anni per malattie non trasmissibili, dai tumori al diabete. Anche in questo caso l'Italia fa un'ottima figura, con un dato (9,4%) nettamente sotto la media.

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