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Lorenzin: sì a tasse sul tabacco, sono contro la morte

'Battaglia contro fumo è la prima battaglia di salute'

Redazione ANSA ROMA

ROMA - "Le tasse sul tabacco sono tasse contro la morte, così come praticato in tutti i Paesi civili del mondo". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla presentazione del rapporto Aiom 'Lo stato dell'oncologia in Italia'. "Per far diminuire i consumi di sigarette - ha detto il ministro - si usa qualsiasi arma. Infatti, la battaglia contro il tabacco è la prima battaglia di salute, considerando che sono proprio i più giovani il bersaglio del mercato del tabacco".

Combattere il fumo, ha aggiunto il ministro, "è un'arma di prevenzione: oggi ci sono 80 mila morti l'anno a causa del fumo di sigaretta ed il tumore al polmone è in crescita tra le donne proprio a causa del fumo. Dobbiamo fare in modo che le persone abbiano paura di fumare. Perciò - ha ribadito - non sono contraria alle tasse sul tabacco, che rappresentano uno dei metodi per dissuadere le persone dal fumare". Così, "si salverebbero tante vite e si eviterebbero costi enormi per malattie croniche". Fondamentali infine, "i controlli per il rispetto del divieto della vendita di sigarette ai minori. 

Tumori, differenze cura tra Regioni non possono continuare
"La disparità di accesso alle cure e alla diagnostica per i tumori tra le varie Regioni non può continuare: non possiamo permettere queste differenziazioni poiché si tratta di una discriminazione nell'accesso alla vita; questi sono diritti e tali differenze devono suscitare indignazione". E' il richiamo del ministro della Salute alla presentazione del rapporto Aiom 'Lo stato di oncologia in Italia 2017'. Oggi, ha rilevato Lorenzin, "le reti ed i registri oncologici, così come le breast unit per il tumore al seno, non sono realizzati allo stesso modo sul territorio. Ma - ha ammonito - fare o meno un registro non è un fatto economico, bensì di capacità di programmazione e, spesso, proprio le Regioni più disagiate e con un più alto tasso di tumori non hanno un registro di monitoraggio". Lorenzin, riferendosi al Lazio, ha quindi citato l'esempio di "una Regione con 5 milioni di abitanti che ha solo due Pet che funzionano per mezza giornata, con lunghissime liste di attesa". Ciò, ha detto, "porta agli intollerabili pellegrinaggi per l'Italia cui tanti pazienti sono costretti solo per poter avere una diagnosi, ma tutto questo - ha rilevato - è un fatto che attiene unicamente alla programmazione". Nella lotta contro il cancro, ha aggiunto, "si sono registrati dati strepitosi, ma andando poi ad osservare le realtà regionali sussistono differenze intollerabili". Da qui, ha concluso, "la necessità di una forte alleanza con gli oncologi ma anche con le Regioni per una ottimizzazione dell'accesso a terapie e diagnostica".

Lavorare a Libro Bianco oncologia in Italia
Lavorare ad un Libro Bianco dell'oncologia in Italia che "indichi gli obiettivi ma anche le best practice messe in atto e che sia un utile strumento per le Regioni". E' la proposta lanciata agli oncologi dal ministro Lorenzin, in occasione della presentazione del rapporto Aiom. "Sarebbe utile - ha detto Lorenzin - fare un Libro Bianco sull'oncologia che chiarisca ed evidenzi ciò che è stato realizzato e ciò che è da fare". Uno strumento sulla situazione dell'oncologia nel Paese partendo dal fatto che oggi "i pazienti di mezza Italia - ha rilevato - dalla Toscana in su, sono spesso costretti a fuggire per trovare accesso a cure e diagnostica".

 

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