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L'antibiotico può essere d'aiuto nel trattamento della parodontite ?

Risponde il Dottor Francesco Ferrarotti, Segretario SIdP

Redazione ANSA ROMA

  La parodontite è una malattia infettivo-infiammatoria cronica. Da qui potrebbe nascere l'idea di trattarla come una qualunque infezione del nostro organismo, ovvero con una compressa di antibiotico. Purtroppo ci sono due ordini di problemi.
    Il primo è che i batteri contenuti nella placca formano un biofilm sulla superficie dentale, che rende poco efficace l'azione degli antibiotici.
    Il secondo è legato al fatto che i dati più recenti provenienti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (13-19 Novembre 2017 "Settimana mondiale sull'uso degli antibiotici") sono tutti proiettati all'invito sull'uso consapevole degli antibiotici. E' infatti molto alto il livello d'allarme rappresentato dal sempre più crescente fenomeno dell'antibioticoresistenza, che con il tempo potrebbe portarci a non riuscire più a trattare gravi patologie infettive.
    A fronte di queste considerazioni la terapia antibiotica nel trattamento delle parodontiti va riservata solo per casi estremamente selezionati e particolarmente gravi.
    La terapia antibiotica, sia sistemica che locale, utilizzata da sola per curare la parodontite, si è dimostrata non efficace, quindi va intesa solo come coadiuvante (e non certamente sostitutiva) della terapia convenzionale di rimozione meccanica della placca e del tartaro. In relazione a quanto espresso, gli antimicrobici non dovrebbero essere somministrati senza una precedente terapia meccanica e in assenza di un controllo ottimale della placca da parte del paziente.
    Il ricorso alla terapia antibiotica ha come obiettivo la massima riduzione possibile dei microrganismi patogeni parodontali per ridurre l'infiammazione delle gengive e di conseguenza arrestare o rallentare la distruzione dei tessuti di supporto del dente.
    Attualmente le indicazioni al suo impiego sono principalmente la cura di ascessi parodontali, di alcune forme di malattia particolarmente gravi (dette aggressive) e delle parodontiti associate a necrosi dei tessuti.
    L'utilizzo di tecniche di diagnostica microbiologica e di test di sensibilità agli antibiotici, possono essere utili per indirizzare verso la scelta del farmaco più appropriato al tipo di batteri presente nella bocca del singolo paziente. 
   

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