(ANSA) - ROMA, 5 NOV - Aggressioni, minacce, grida ad
arbitri, giocatori o altri genitori: sono sempre di più i
genitori che si rendono protagonisti di comportamenti poco
edificanti, mentre i loro figli praticano sport. Secondo uno
studio della National Association of Sports Officials americana
il 40% dei comportamenti antisportivi è dovuto proprio ai
genitori, come segnala il New York Times.
Secondo gli psicologi dello sport, la principale ragione alla
base di questo eccessivo investimento emotivo sull'attività
sportiva del figlio sono i soldi. I genitori ci spendono un
sacco di tempo e risorse finanziarie, e vogliono risultati
sempre migliori, anziché guardare i propri figli fare del
proprio meglio o divertirsi. Alcuni si aspettano un ritorno per
il loro investimento e spesso sperano in contratti
professionistici, rimanendo delusi se i risultati non arrivano.
Uno studio del 2016, pubblicato sul Journal of Family
Relations, ha rilevato che le famiglie possono arrivare a
spendere più del 10% del loro reddito annuale, generalmente più
per i figli maschi che le femmine. Ma più i figli sentono che i
genitori investono parecchio sul loro sport, più si sentono
sotto pressione e si divertono meno.
Un'altra ragione dell'investimento dei genitori sullo sport
dei figli è il desiderio di appartenere ad una comunità. Se la
loro vita sociale si svolge lì, vogliono proteggere la propria
posizione. Il desiderio di appartenere a un gruppo e avere un
ritorno economico del proprio investimento non sono limitati
solo allo sport, ma anche alle attività artistiche dei figli,
come musica, danza o teatro. Negli Usa molte organizzazioni
sportive stanno cercando di arginare questo fenomeno chiedendo
ai genitori di siglare codici di condotta e buon comportamento,
con multe per chi disobbedisce o il bando per il genitore o la
squadra dalle gare. Una pratica che, anche se in forme e
modalità diverse, sta iniziando a prendere campo anche in
Italia.(ANSA).