(ANSA) - ANCONA, 31 AGO - Includere l'attività di svago e
tempo libero tra i fattori che misurano l'invecchiamento attivo
e promuovere così alcuni degli hobby più comuni come viaggi,
cinema, teatro, giardinaggio, musica, modellismo e pittura. È
l'esigenza che emerge da un'indagine condotta dall'Inrca di
Ancona, tesa a valutare la corrispondenza dell'agenda Ue
sull'invecchiamento attivo con le aspettative dei futuri
pensionati. Lo studio, pubblicato sulla rivista Ageing and
Society dell'Università di Cambridge, rientra nel progetto
europeo Extending working lives, che analizza le conseguenze
dell'allungamento della vita lavorativa sulla salute e l'impatto
del pensionamento sullo stile di vita.
"Il collocamento a riposo - spiega il direttore scientifico
dell'Inrca Fabrizia Lattanzio - comporta nuove routine che
riguardano una vasta gamma di attività come l'esercizio fisico,
la dieta, il sonno e le relazioni sociali. È un periodo di
transizione in cui possono nascere anche nuovi impegni, come
volontariato e assistenza ai familiari".
Lo studio ha coinvolto 133 lavoratori prossimi alla pensione
in tre Paesi: 55 in Inghilterra, 40 in Italia, e 38 negli Stati
Uniti. Tramite interviste condotte 10 mesi prima del
pensionamento, è stato chiesto quali fossero i progetti per il
futuro. Ne è stata valutata così la rispondenza con i fattori
che compongono l'Indice di invecchiamento attivo: il
mantenimento di un lavoro dopo la pensione, la partecipazione
alla vita sociale e familiare, il grado di indipendenza
economica, l'autonomia psico-fisica e la capacità di mantenere
relazioni con amici, parenti e colleghi. "Benché i piani
dichiarati siano nel complesso in linea con gli indicatori
inclusi nell'Indice - commenta Andrea Principi, del Centro
ricerche socio-economiche per l'invecchiamento - molti soggetti
nei tre campioni hanno affermato di voler riprendere gli hobby
abbandonati a causa degli impegni lavorativi, o iniziarne di
nuovi". Ritornare al lavoro non sembra invece tra le priorità,
in particolare degli italiani. L'orientamento a rimanere nel
mercato del lavoro è però più evidente oltreoceano. Anche in
prospettiva di eventuali difficoltà economiche, all'estero si
ipotizza un possibile impiego, mentre gli italiani consultati lo
escludono totalmente. Accudire i familiari, specialmente
anziani, almeno nel campione italiano non sembra una 'scelta
volontaria', ma imposta dalla situazione. Meno marcato, in
genere, l'atteggiamento inglese, visto come supporto occasionale
alla famiglia. C'è poi chi afferma di non avere piani. "La
mancata pianificazione delle attività future comporta in alcuni
casi uno stato d'ansia che può compromettere le sensazioni
positive generalmente associate al pensionamento. È necessario
quindi un maggiore supporto durante la transizione
lavoro-pensione, mediante corsi o colloqui di orientamento" -
spiega Principi. Proprio per valutare in che misura i programmi
dichiarati saranno rispettati, lo studio prevede due successive
interviste a distanza di uno e due anni. "In Italia si tende ad
uscire dall'età produttiva prima possibile, poiché si ha paura
di rimanere bloccati a causa di una riforma dell'ultima ora che
possa cambiare i requisiti, come l'innalzamento dell'età
pensionabile. Una situazione che molti degli intervistati
italiani hanno già vissuto, avendo dovuto rimandare, la data
pianificata anche un paio di volte". (ANSA).