(ANSA) - PISTOIA, 29 MAG - Il dopo terremoto in centro Italia
vive un'emergenza nell'emergenza che si chiama Alzheimer.
perdendo la casa, i malati hanno smarrito anche quel poco di
identità e di memoria delle cose che gli restava: sono migliaia
di persone, oltre 400 solo in provincia di Macerata nei dodici
comuni più colpiti dove un terzo dei 15 mila abitanti ha oltre
65 anni. Un'emergenza nell'emergenza, di cui si parlerà a
Pistoia al Convegno nazionale sui Centri Diurni (16-17 giugno).
Il tema sarà affrontato in particolare con la relazione che la
dottoressa Manuela Berardinelli presenterà e che parla di
vissuti drammatici, di solitudini disperate, di famiglie
angosciate dalla precarietà quando già nella normalità avevano
difficoltà a gestire i propri infermi. Ma offre anche un
panorama di cose pratiche fatte e da fare, di iniziative già in
opera come il Progetto Hotel per le demenze, oltre a un'enormità
di problemi che solo un tenace ottimismo della volontà permette
di affrontare, mentre la ricostruzione è di là da venire.
Berardinelli abbina la presidenza nazionale dell'associazione
Alzheimer Uniti Italia Onlus a quella della sezione Marche. Sono
volontari dediti, appunto, al mondo delle demenze. Il suo diario
inizia dalle scosse del 24 agosto 2016 e continua con quelle del
26 e 30 ottobre 2016, fino all'ultima catastrofe sotto la neve
del 18 gennaio scorso. Distrutti i paesi, la popolazione s'è
come noto divisa: chi ha rifiutato di andarsene per restare nel
disagio delle tendopoli, chi è sfollato sulla costa, alcuni da
parenti, i più in hotel.
"Chi paga maggiormente il prezzo del terremoto sono gli
anziani e i malati", scrive la presidente, "La perdita della
casa è una ferita pratica ed emotiva che non si rimargina. Per
chi soffre di demenza tutto si amplifica e si complica. La
memoria non ha più coordinate, non resta più niente in cui
riconoscersi".