ROMA - I bambini e i ragazzi italiani consumano il 15-20% di acqua in meno rispetto al fabbisogno, nonostante fra gli effetti della ipoidratazione ci siano obesità, cefalea e persino una riduzione della concentrazione. Lo hanno sottolineato gli esperti durante il convegno 'Bere bene per crescere bene' promosso da Femtec, Sipps e Gruppo sanpellegrino oggi a Roma.
"Una indagine fatta a Verona - ha sottolineato Claudia Della Corte, esperta dell'ospedale Bambino Gesù di Roma - ha mostrato che la quantità di acqua introdotta dai bambini era del 15-20% inferiore a quella raccomandata. Ci sono studi che hanno dimostrato che la cattiva idratazione puó contribuire all'obesità, e non solo. Uno studio spagnolo su 350 bambini, ancora preliminare, ha trovato una ridotta assunzione di liquidi è correlata con un peggiore stato metabolico".
E' importante, ha sottolineato Andrea Vania dell'università Sapienza di Roma, una buona educazione al bere. "se un bambino ha la cefale lo si manda di solito dall'oculista, ignorando che invece spesso è proprio la mancanza d'acqua una delle cause. Il bambino deve essere guidato a bere durante i pasti, ma non basta - ha spiegato -. La prima strategia è dare il buon esempio, enfatizzare l'acqua come bevanda, anche a scapito dei soft drink. Poi bisogna garantire un accesso facile e divertente all'acqua, ad esempio con borracce divertenti o con i ghiaccioli. La scuola è fondamentale, ma molti istituti non fanno portare l'acqua in classe e non mandano a bere gli alunni".
Proprio alla scuola è rivolta la campagna Hydration@school, promossa da Sanpellegrino attraverso il sito www.hydrationatschool.it che offre materiali didattici gratuiti da utilizzare in classe. "In due anni - ha spiegato Stefano Agostini, presidente e ad del gruppo - ha coinvolto 37.000 docenti, 5800 classi e quasi 130.000 alunni".
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