Assicurano appropriatezza prescrittiva e sostenibilità economica al Servizio sanitario nazionale. Sono questi i registri di monitoraggio dell'Agenzia italiana per il farmaco, nati nel marzo 2006 per i farmaci oncologici. Sono stati loro, oggi, al centro del simposio in modalità virtuale "L'appropriatezza prescrittiva degli inibitori della tirosin-chinasi nella leucemia mieloide cronica in funzione del ciclo di vita dei prodotti", nell'ambito del XLI congresso nazionale della Sifo, la Società italiana di farmacia ospedaliera, evento organizzato con il contributo non condizionato dell'azienda farmaceutica Incyte. Per Nello Martini, presidente della Fondazione Res, Ricerca e Salute, al momento della loro istituzione i Registri sono stati "uno degli strumenti più avanzati d'Europa". "Avevamo molti farmaci oncologici con estensione di indicazione e dovevamo trovare uno strumento per assicurare appropriatezza prescrittiva e sostenibilità economica - spiega - I registri erano lo strumento più giusto, addirittura più innovativo in Europa. Qualsiasi oncologo li può prescrivere ma solo compilando on-line una scheda, per fare in modo di individuare esattamente il paziente che necessita di quel trattamento. Poi, al follow up, a 3, 6 e 9 mesi, l'oncologo stesso fa la verifica del tumore per capire se è andato in regressione. Se è stato così, la tranche di pagamento del trattamento, dall'inizio fino alla regressione della malattia, viene pagata dalle aziende attraverso un payback. Ecco perché i registri sono la combinazione di appropriatezza prescrittiva e sostenibilità economica". Sempre Martini sottolinea come l'applicazione del registro sia una sorta di "piano di ricerca" per "verificare nella normale pratica clinica l'efficacia dei trattamenti" che dura per un periodo definito, dopodiché il registro stesso "viene chiuso". Per Emanuela Omodeo Salè (Sifo), "i registri di monitoraggio di Aifa rendono possibile l'accesso alle cure in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale". "Il registro - precisa - è un valido strumento per il farmacista e crea una stretta collaborazione con il clinico. C'è però un elemento critico, perché purtroppo il sistema è molto rigido e spesso non è adattabile all'eterogeneità della parte clinica".
In collaborazione con:
INCYTE BIOSCIENCES ITALY