In tema di Direttive europee non recepite dall'Italia, entra di diritto il caso dei medici ex specializzandi che tra il 1978 ed il 2006 non hanno ricevuto il corretto trattamento economico secondo le regole comunitarie. Il contenzioso, seppur sorto diversi anni fa, continua ad essere di attualità, tanto che l'Università Luiss ha dato il via al corso di alta formazione della sua School of Law - "Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell'ambito sanitario" - focalizzato proprio sullo studio della questione degli ex specializzandi. Tra i docenti l'Avvocato Marco Tortorella, patrocinante in Cassazione ed esperto del contenzioso: "Né l'ordinamento europeo, né quelli degli Stati membri disciplinano la responsabilità degli Stati stessi. Al loro posto lo fanno le sentenze dei giudici", ha spiegato intervenendo al II Convegno Nazionale sull'Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell'ambito sanitario che si è tenuto presso la Luiss. "Purtroppo - ha aggiunto - in Italia gli alti costi burocratici sono una risposta del legislatore al proliferare delle liti civili. Alcune sentenze di vario grado, inclusa quelle di Cassazione, osservano che le Direttive Ue chiedono una adeguata remunerazione ma non specificano né il quantum, né l'inquadramento, né chi deve erogare il contratto. Lasciano insomma discrezionalità allo Stato membro, che solo sedici anni dopo il decreto 257/91 (ovvero nel 2006) ha portato la retribuzione del medico specializzando da 11.300 a circa 26 mila euro annui".
Nel corso del Convegno sono stati consegnati i diplomi ai partecipanti del corso di alta formazione della School of Law dell'Università Luiss.
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