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Infrazioni Ue, 'su ex specializzandi più coraggio giudici'

Corona, "Italia sborsa milioni, soldi buttati. Governo studi"

Roma ANSAcom

"Ci vuole più coraggio da parte dei giudici" per risolvere la questione del termine di prescrizione relativo ai contenzioni avviati dai medici che da ex specializzandi non hanno avuto un adeguato trattamento economico". Lo ha detto Sergio Di Amato, già presidente della terza sezione civile della Suprema Corte, intervenendo al Convegno su "Inadempimento degli obblighi comunitari: responsabilità degli Stati membri in ambito sanitario", che si è tenuto oggi alla Luiss di Roma.
"Il problema della prescrizione è ancora aperto - ha spiegato il magistrato - la Cassazione con una sentenza del 2011 ha fatto decorrere il termine dalla data delle legge del 1999 che attribuiva un indennizzo soltanto agli specializzandi che erano stati destinatari di un giudicato amministrativo favorevole". "Ma c'è un'incongruenza giuridica. La situazione di incertezza si è risolta nel 2011 e quindi credo che la prescrizione debba decorrere proprio da quell'anno". "Mi auguro quindi che la Cassazione possa tornare sui suoi passi - ha concluso - e in mancanza mi auguro un intervento della Corte europea di giustizia che deve essere sollecitata da un giudice nazionale".
Nel corso del Convegno, è stata presentata una analisi per quantificare l'esborso annuo da parte dell'Italia nei confronti dell'Ue in termini di sanzioni seguite alle procedure di infrazione. "Solo nel 2018 l'Italia ha sborsato 149 milioni di euro. Per la vicenda delle acque reflue in 15 anni sono stati pagati 25 milioni. Sono tutti soldi buttati, nel nostro Paese c'è una situazione incancrenita. Il messaggio per l'attuale governo è che bisogna studiare e fare i compiti", ha affermato Daniela Corona, docente di Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell'ambito sanitario della Luiss e relatrice dello studio.
"I dati diffusi oggi dall'Università Luiss e da Sanità Informazione sono allarmanti. Sono soldi pubblici che, con una gestione più virtuosa dello Stato, potrebbero essere impiegati per aumentare la qualità dei servizi offerti", ha commentato Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, network legale che opera a fianco dei medici. "Una grandissima parte delle procedure di infrazione riguarda la salute dei cittadini: ambiente, energia, sicurezza alimentare, sanità - ha aggiunto - lo Stato non è dunque solo responsabile per l'enorme spreco di risorse pubbliche, ma anche perché non riesce a mettersi in regola con parametri precisi che incidono direttamente sulla vita dei suoi cittadini" . E ancora: "Anche per questo abbiamo aperto una nostra sede di rappresentanza a Bruxelles, per stare più vicini alle principali sedi della vita pubblica, economica e politica dell'Ue, oltre che vicini ad istituzioni come la Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, in modo da riuscire ad incidere in maniera più profonda su tutte le questioni che riguardano il nostro Paese. A cominciare proprio dalle procedure d'infrazione".
L'Università Luiss intanto ha dato il via al corso di alta formazione della sua School of Law sul tema "Inadempimento di direttive comunitarie e obblighi risarcitori dello Stato nell'ambito sanitario", focalizzato proprio sullo studio della questione relativa agli ex specializzandi. Si tratta del primo Master in Italia sulla responsabilità dello Stato per la violazione degli obblighi comunitari.

In collaborazione con:
Consulcesi

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