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Fumo: esperto, mondo senza è utopia, puntare su riduzione danno

In 20 anni fatto molto, ora aiutare chi non riesce a smettere

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"L'ideale sarebbe un mondo in cui nessuno fumi. Ma non sarà mai possibile, perché anche se si decidesse di vietare completamente il tabacco, circolerebbe comunque in modo illegale. Quindi la scelta più saggia per la salute delle persone è investire in ricerca su quello che potenzialmente riduce le sostanze cancerogene presenti nelle sigarette, e che quindi riduce il rischio di cancro". A parlare è David Khayat, oncologo di fama mondiale e consigliere scelto da Jacques Chirac per mettere a punto il piano antifumo che, nel 2007, in Francia impose il divieto di sigarette al chiuso e raddoppiò in un anno il prezzo delle 'bionde'.

Nonostante siano passati 20 anni dal primo studio, pubblicato su Science, che documentava i danni prodotti dalle sigarette sulle cellule del polmone, ancora oggi il 27% di tutte le morti per cancro è dovuta a questa neoplasia. "In questi anni - spiega il professore - è stato fatto tutto il possibile per far smettere di fumare. E' utile ora capire cosa fare con chi non riesce o non vuole smettere". A questo è dedicato un intero capitolo del recente libro "Prevenire il cancro dipende anche da voi" (edizione Odile Jacob) in cui l'esperto affronta il tema delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato senza combustione.

Mentre alcuni scienziati ritengono che l'unico invito dovrebbe essere quello a non fumare, altri, come Khayat, sostengono anche quella che viene definita riduzione del danno. Come è stato dimostrato, infatti, ad esser cancerogena non è la nicotina ma le circa 30 sostanze sprigionate dalla combustione, come benzopirene, idrocarburi policiclici aromatici e acrilammide. "Se fumi qualcosa di simile a una sigaretta, ma senza combustione, abbatti del 90% le sostanze tossiche inalate". Su questo nuovo spazio che si è creato tra il fumare e il non fumare, "sono in corso studi epidemiologici. In attesa dei risultati, da quelli in vitro comunque vediamo in modo evidente un danno ridotto". Questa, conclude Khayat, "è una piccola rivoluzione culturale", perché, "così come chi ha il diabete ha nell'aspartame un sostituto dello zucchero, chi non riesce a smettere di fumare dovrebbe usare prodotti meno dannosi per ridurre i rischi".

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