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Dieta mima-digiuno smaschera cellule che alimentano cancro

Dieta mima-digiuno smaschera cellule che alimentano cancro

Utile per colpire le staminali tumorali responsabili di recidive

ROMA, 05 novembre 2021, 15:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La dieta mima-digiuno può rappresentare un valido alleato contro il cancro al seno triplo negativo, smascherando le cellule staminali che alimentano la crescita del tumore e sono la principale causa della resistenza ai trattamenti e recidive. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism e condotto da Università di Milano, Ifom e IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori ,coordinati da Valter Longo, a capo dell'Istituto sulla Longevità dell'University of Southern California di Los Angeles.
    "Negli ultimi anni i nostri laboratori hanno dimostrato che cicli di digiuno o di dieta mima-digiuno, caratterizzati da una severa restrizione calorica di almeno il 50%, bassi livelli di proteine e zuccheri e un contenuto di grassi relativamente elevato, migliorano l'efficacia delle terapie standard in diversi tipi di cancro", osservano gli autori della ricerca. Gli studiosi si sono concentrati sul cancro al seno triplo negativo, la forma di tumore al seno più difficile da curare perché priva dei bersagli contro cui sono indirizzati i trattamenti più efficaci.
    La ricerca si è focalizzata sulle cellule staminali tumorali; combinando esperimenti in provetta e su animali di laboratorio con analisi dei dati relativi a circa 400 pazienti in cura all'Istituto dei Tumori, ha scoperto che la restrizione calorica è in grado di rallentare la crescita del tumore e di ridurre le dimensioni della massa tumorale.
    Questi dati sono stati confermati anche nel campione di donne con tumore al seno: quelle con più bassi livelli di glicemia presentavano infatti una prognosi migliore. Inoltre, il rigido regime alimentare, privando le cellule staminali tumorali di glucosio, le costringe a scoprirsi attivando meccanismi di sopravvivenza alternativi che possono essere colpiti da appositi farmaci.
    Secondo i ricercatori, questa strategia potrebbe rivelarsi efficace anche in altre neoplasie.
   

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