Lo smog può avere un ruolo nello
sviluppo di malattie cardiometaboliche come il diabete, ma i
suoi effetti sono reversibili. Infatti, basta allontanarsi
dall'inquinamento per notare come le conseguenze sull'organismo
arrivino a ridursi. A dirlo è uno studio pubblicato sul Journal
of Clinical Investigation coordinato dalla Case Western Reserve
University. Gli studiosi hanno concentrato l'attenzione sulle
polveri sottili Pm 2,5, particelle che si sviluppano proprio a
causa dell'impronta antropica, con gli scarichi delle
automobili, la produzione di energia e altri combustibili
fossili. Queste particelle sono state collegate a un aumento
del rischio di infarti e ictus. Il gruppo di ricerca ha
dimostrato che l'esposizione all'inquinamento atmosferico può
aumentare la probabilità di avere la resistenza all'insulina e
il diabete di tipo 2. Nello studio condotto sui topi, sono
stati analizzati tre gruppi: uno, di controllo, che respirava
aria filtrata pulita, uno esposto ad aria inquinata per 24
settimane e un gruppo alimentato con una dieta ricca di grassi.
Per gli studiosi, essere esposti all'inquinamento atmosferico
è risultato paragonabile a una dieta con molti grassi. Sia le
cavie che vivevano con l'aria inquinata sia quelle che seguivano
una dieta molto grassa, infatti, hanno mostrato una resistenza
all'insulina e un metabolismo anormale, proprio come si vedrebbe
in uno stato pre-diabetico. Questi cambiamenti sono stati
associati a cambiamenti nell'epigenoma, l'insieme dei meccanismi
che possono accendere e spegnere migliaia di geni
dell'organismo. "La buona notizia è che questi effetti sono
reversibili, almeno secondo i nostri esperimenti - ha spiegato
Sanjay Rajagopalan, ricercatore che ha condotto lo studio - Una
volta che l'inquinamento atmosferico è stato tolto
dall'ambiente, i topi sembravano più sani e lo stato
pre-diabetico sembrava invertirsi".
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