La crisi pandemica ha colpito la
Sicilia in una fase di sostanziale stagnazione, come confermato
dalle stime di Prometeia relative al 2019. L'analisi è contenuta
nel report annuale della Banca d'Italia, presentato stamattina a
Palermo. "Alla fine del 2019, il quadro economico-finanziario
delle imprese era migliore rispetto al 2011 - ha detto Francesco
David, che ha redatto parte del documento assieme a Giuseppe
Ciaccio (coordinatore), Cristina Demma, Antonio Lo Nardo e
Patrizia Passiglia - perché era cresciuta la redditività, mentre
il grado di indebitamento si era ridotto, consentendo alle
imprese di avere maggiore disponibilità di liquidità nei propri
bilanci".
Sempre alla fine dello scorso anno, le imprese
finanziariamente vulnerabili si erano ridotte di oltre il 10 per
cento rispetto il 2011. Le misure di distanziamento sociale e la
chiusura parziale delle attività nei mesi di marzo e aprile
hanno avuto pesanti ripercussioni sull'attività economica
nazionale e regionale. Secondo il report, nella prima parte del
2020 l'attività produttiva ha subito una contrazione
significativa a causa del diffondersi della pandemia. Le imprese
hanno fronteggiato un drastico calo della domanda interna, che
ha determinato una marcata riduzione dei ricavi attesi,
soprattutto nel comparto dei servizi privati non finanziari.
Per quanto riguarda le famiglie, dal punto di vista
finanziario risulterebbero più resistenti alla congiuntura
sfavorevole rispetto ai precedenti episodi di crisi. Alla fine
del primo trimestre del 2020 i depositi bancari, che
rappresentano la parte prevalente del risparmio, sono ancora
cresciuti mentre si è registrato un forte calo del valore dei
titoli a custodia detenuti dai risparmiatori, per le tensioni
sui mercati innescate dal diffondersi della pandemia. Rimane
comunque una profonda debolezza delle famiglie: la
disuguaglianza dei redditi da lavoro, aumentata a seguito delle
precedenti crisi, rimane elevata a causa del persistere di una
maggiore incidenza di nuclei attivi senza reddito da lavoro. A
questa si accompagnano ampi divari rispetto al resto del Paese
in ambito sociale e ambientale, non colmati negli ultimi dieci
anni. La quota di famiglie in povertà assoluta è al 12 per
cento, maggiore rispetto alla media italiana (7 per cento),
rischia di aumentare ulteriormente a seguito degli impatti
dell'emergenza sanitaria.
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