La biopsia liquida "potrebbe
rappresentare" una svolta per la diagnosi del tumore del colon
retto. Lo sostengono i ricercatori dell'Istituto Tumori Regina
Elena e del Gruppo Eurofins Genoma, che in uno studio
sottolineano i benefici di quest'analisi del sangue se diffusa
in modo capillare nei soggetti più a rischio, e più in la' nel
tempo anche nella popolazione generale. Nella ricerca,
pubblicata su "Journal of Experimental & Clinical Cancer
Research", i ricercatori hanno scovato, in pazienti con tumore
al colon retto, miniscole quantità di Dna libero circolante,
rilasciato nel sangue del tumore: quantità anche 500 volte
minori di quelle che si riscontrano in pazienti con tumori
avanzati. "La Biopsia Liquida - sottolinea Patrizio Giacomini,
ricercatore del Regina Elena e referente dei programmi
internazionali sul tema - rileva il DNA rilasciato nel sangue
dalle cellule tumorali. Vi sono meno resistenze a eseguire un
semplice prelievo ematico, e inoltre un'analisi del sangue
possiamo integrarla in check-up genomici ad ampio raggio che
svelino allo stesso tempo molti tipi di tumore. Non ultimo, le
alterazioni genomiche sono un marker molto più selettivo per il
tumore rispetto ad alterazioni generiche del DNA o di altri
biomarkers quali quelle a tutt'oggi ricercate nelle feci".
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