L'inquinamento aumenta il rischio di
ammalarsi di demenza: in un caso su due la demenza indotta dallo
smog si deve al fatto che l'aria inquinata favorisce problemi
cardiovascolari come l'ictus.
Lo rivela uno studio diretto da Giulia Grande, una scienziata
italiana che lavora presso l'istituto karolinska di Stoccolma e
pubblicato sulla rivista Jama Neurology.
La ricerca ha coinvolto quasi 3000 individui di età media 74
anni, il cui stato di salute è stato monitorato per un tempo
medio di 11 anni. Nel corso del periodo sono stati registrati
364 casi di demenza. Gli esperti hanno confrontato i livelli di
smog cui gli anziani sono stati esposti anno dopo anno.
"Abbiamo scoperto - spiega Grande all'ANSA - che il rischio
di demenza cresce al crescere dei livelli di inquinamento
atmosferico (nel nostro studio abbiamo valutato il particolato
fine PM2.5 e gli ossidi di azoto)". "Abbiamo scoperto - spiega
Grande all'ANSA - che il rischio di demenza cresce al crescere
dei livelli di inquinamento atmosferico (nel nostro studio
abbiamo valutato il particolato fine PM2.5 e gli ossidi di
azoto)". "Abbiamo osservato che il rischio di demenza aumenta
del 50% per un aumento della concentrazione di PM2.5 di 0,88
µg/m3 (microgrammi/metro cubo) e che il rischio di demenza
aumenta del 14% per un incremento di 8,35 µg/m3 della
concentrazione di ossidi di azoto". "Nello studio osserviamo
anche un importante ruolo delle malattie cardiovascolari e in
particolar modo di ictus alla base dell'associazione tra smog e
demenza - continua: abbiamo calcolato che quasi il 50% dei casi
di demenza da inquinamento era dovuto allo sviluppo di ictus.
Questo ci porta a sospettare che l'effetto dell'inquinamento a
livello cerebrale possa essere almeno parzialmente spiegato
dall'effetto dannoso dello smog a livello cardio e
cerebrovascolare", conclude Grande.
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