In futuro i trapianti di fegato
potrebbero giovarsi di una nuova tecnologia: sviluppata una
macchina che tiene in vita l'organo fuori dal corpo umano per
ben una settimana (i protocolli clinici oggi in uso garantiscono
solo 12 ore di vita all'organo dopo l'espianto) e che al tempo
stesso rimuove dall'organo composti tossici e ne riduce lo stato
infiammatorio, promettendo di renderlo ancora più sano prima del
trapianto.
Il risultato, ottenuto tra Policlinico Universitario di
Zurigo ed altri centri di ricerca svizzeri, è stato reso noto
sulla rivista Nature Biotechnology.
L'equipe di scienziati, diretta da Pierre-Alain Clavien,
lavora da 4 anni a questo apparecchio e lo ha testato prima su
organi di maiale e poi su 10 fegati umani troppo danneggiati per
essere utili al trapianto. La macchina mantiene in vita il
fegato, lo tiene a una pressione simile a quella del corpo
umano, lo ripulisce dalle tossine, gli fornisce ossigeno e
nutrienti.
Resta ovviamente da valutare se in futuro un simile
apparecchio possa essere usato nella realtà clinica per
consentire l'utilizzo di un maggior numero di organi da
trapianto, infatti il tempo tra l'espianto dal donatore e la
ricerca di un paziente idoneo a riceverlo è un fattore chiave
per massimizzare l'utilizzo degli organi donati.
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