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Antibiotici dati in combinazione possono favorire resistenze

Antibiotici dati in combinazione possono favorire resistenze

Tutto inizia con una 'tolleranza' a uno dei farmaci prescritti

ROMA, 12 gennaio 2020, 11:49

Redazione ANSA

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Ricerca pubblicata da Science e condotta presso l 'Università di Gerusalemme - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ricerca pubblicata da Science e condotta presso l 'Università di Gerusalemme - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ricerca pubblicata da Science e condotta presso l 'Università di Gerusalemme - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Le combinazioni di antibiotici, usate sempre più spesso nella pratica clinica per aumentare le chance di guarigione del singolo paziente, potrebbero accelerare lo sviluppo delle resistenze batteriche e quindi rappresentare una pratica potenzialmente pericolosa per la salute pubblica. Lo rivela una ricerca pubblicata oggi sulla rivista Science e condotta presso l'Università di Gerusalemme.
    Diretto da Nathalie Balaban, lo studio è il primo a dimostrare su pazienti che somministrare due antibiotici in combinazione allo stesso paziente può favorire lo sviluppo di resistenze batteriche.
    Nella pratica clinica non è infrequente che il medico prescriva 2 antibiotici diversi contemporaneamente o in rapida successione nel giro di pochi giorni l'uno dopo l'altro: l'idea che guida questa scelta terapeutica è che se un antibiotico non funzionerà, sicuramente funzionerà l'altro, quindi le chance di vincere l'infezione aumentano.
    Questo studio pilota - su pochissimi pazienti con infezione da Stafilococco aureus meticillina-resistente - ha mostrato che se uno dei due farmaci prescritti agisce lentamente - ovvero il paziente ha acquisito una 'tolleranza' a quell'antibiotico - diviene più probabile l'insorgenza di una vera e propria resistenza all'altro farmaco.
    La tolleranza farmacologica è una condizione per cui l'antibiotico funziona ancora, ma lo fa più lentamente del normale quindi non uccide tutti i batteri, non rimuove completamente l'infezione. Gli esperti hanno visto che, se il paziente è tollerante al primo farmaco assunto, è più probabile che lo sia anche al farmaco preso subito dopo e che si sviluppi una vera e propria resistenza a quest'ultimo.
    Anche se nel singolo paziente questo non porta ad alcun problema e la combinazione antibiotica risulta da ultimo efficace, concludono gli scienziati, questa pratica clinica potrebbe essere pericolosa a livello di salute pubblica, favorendo l'insorgenza di resistenze.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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