Con l'immunoterapia nivolumab, mirata a riattivare il sistema immunitario contro il cancro, la sopravvivenza globale a 5 anni dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) aumenta di più di cinque volte rispetto alla chemioterapia tradizionale (docetaxel). Lo dimostrano i risultati a lungo termine di efficacia e sicurezza degli studi CheckMate-017 e CheckMate-057 di fase 3 condotti in pazienti con tumore NSCLC avanzato precedentemente trattati.
Dopo cinque anni, i pazienti trattati con nivolumab continuavano ad avere un beneficio di sopravvivenza globale a lungo termine rispetto a docetaxel. I tassi a 5 anni sono stati del 13,4% per nivolumab e 2,6% per docetaxel. Il beneficio di sopravvivenza globale del trattamento con nivolumab è stato osservato in tutti i sottogruppi di pazienti.
"Fin dall'approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense nel 2015 nel tumore del polmone non a piccole cellule in seconda linea, nivolumab è divenuto un'importante opzione di trattamento per questa popolazione di pazienti, che storicamente si confrontano con tassi di sopravvivenza a cinque anni inferiori al 5% quando trattati con la chemioterapia standard", ha rilevato Sabine Maier, development lead, Thoracic Cancers, Bristol-Myers Squibb. Questa analisi cumulativa, che rappresenta il più lungo follow-up di pazienti precedentemente trattati con tumore del polmone curati con terapia immuno-oncologica in studi di fase 3, è stata resa pubblica in una presentazione orale alla 20/a conferenza mondiale sul tumore del polmone a Barcellona.