In Italia ci sono stati, nel 2016,
5,7 casi di Aids ogni 100mila abitanti. Tra il 2012 e il 2016 il
numero è in lieve diminuzione, con le Regioni Lazio, Marche,
Toscana e Lombardia che ne hanno una maggiore incidenza. Il
problema, spiega la relazione al Parlamento fatta dal ministero
della Salute, resta nella trasmissione della patologia,
principalmente a causa di rapporti non protetti.
Rispetto alle 31 nazioni che compongono lo Spazio economico
europeo (dunque, oltre all'Ue, anche Islanda, Liechtenstein e
Norvegia) nello stesso anno ci sono state 29.444 nuove diagnosi
di Hiv. Il dato italiano si posiziona al 13esimo posto, al pari
della Grecia. Secondo i dati dell'ultimo report Unaids, sempre
nel 2016 ci sono state, in tutto il mondo, 1,8 milioni di nuove
diagnosi di infezione da Hiv e sono 36,7 milioni le persone che
vivono con questa infezione.
Secondo lo studio del ministero c'è un aumento dell'età media
della diagnosi e un cambiamento delle modalità di trasmissione.
Ci sono meno tossicodipendenti che la contraggono per via
iniettiva ma aumenta la proporzione dei casi attribuibili alla
trasmissione sessuale, in particolare tra maschi che fanno sesso
con maschi. Il numero delle morti è stabile dal 2010 mentre
aumenta progressivamente la proporzione delle persone con una
nuova diagnosi di Aids che scoprono di essere positive all'Hiv
pochi mesi prima della diagnosi stessa.
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