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Mandelli: pioggia di ricordi sul web, "grazie a lei sono vivo"

Facebook e Twitter inondati di esperienze personali e commozione

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - Una vera e propria pioggia di ricordi e commozione si sta abbattendo sui social, Facebook e Twitter in particolare, per commentare la morte di Franco Mandelli, il padre dell'ematologia italiana. Sono moltissime le persone che postano un proprio ricordo, ringraziandolo per le sue capacità scientifiche ma anche umane.
    "Grazie a te e ai tuoi studi e tutte le persone della Ail oggi sono vivo, riposa in pace grande uomo", scrive un utente Twitter, mentre c'e' chi ricorda "ha salvato mia madre" o "curò mio padre. È proprio vero che rispondeva al telefono".

    "Voglio ricordarmi Mandelli per come ha combattuto il prof Luigi di Bella negli anni della sperimentazione", twitta un utente per ricordare la sua lotta contro il metodo sperimentale, che non ha ancora trovato riscontri scientifici. Su Facebook la situazione non è diversa: nei post in cui l'Ail annuncia la morte o commemora la figura di Mandelli, si accavallano i ricordi: "mio figlio Tommaso ha oggi 34 anni ed a breve mi renderà anche nonno. Tutto questo, forse, non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato Lei", "Addio Prof che quando hai diagnosticato il male a mio figlio ti sei alzato dalla tua sedia e sei venuto a posare la tua mano sulla mia spalla e con un sorriso mi hai detto 'tranquilla signora si può curare, andrà tutto bene'", o ancora "Ricordo quando la mattina entrava nella mia stanza con la sua solita energia e il suo sorriso contagioso... avevo 20 anni e lei e la sua clinica mi a avete salvato la vita".

Ma c'e' anche chi ricorda la sua vita universitaria, da professore: "di lui ho un ricordo unico: tra noi studentelli era già un grande... la sua vita era talmente dedicata alla ricerca e alla clinica che spesso dormiva in istituto quelle poche ore che riservava al riposo". E sono in molti a raccontare anche dell'inizio mattutino della giornata lavorativa: "l'ho conosciuto nel lontano 1992, mi è rimasto impresso nella mente, il suo arrivo, alle 5.30, con il motorino, presso la clinica Ematologica in via Benevento, per iniziare la sua giornata di intenso lavoro e per curare con dedizione e professionalità i suoi ammalati".
   

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