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Alzheimer, al via progetto di screening sui pazienti a rischio

Lorenzin, una diagnosi ogni 3 secondi nel mondo

Redazione ANSA ROMA

 Oggi non esistono farmaci in grado di fermare o far regredire l'Alzheimer, ma nei prossimi anni lo scenario potrebbe cambiare: termineranno infatti le sperimentazioni di oltre 50 farmaci potenzialmente in grado di rallentare o arrestare la malattia. Molti di essi agiranno solo nelle forme "prodromiche" di malattia che appartengono ad una condizione definita Mild Cognitive Impairment, una lieve compromissione delle funzioni cognitive che riguarda circa 735.000 persone in Italia e che le predispone alla patologia.


    Per contenere i costi e 'targettizzare' sempre meglio le terapie, arriva il progetto Interceptor, un modello di screening della popolazione a rischio realizzato da alcuni esperti, il ministero della Salute e l'Agenzia italiana del farmaco, presentato a Roma. Lo studio coinvolgerà 400 pazienti con lievi deficit cognitivi, tra 50 e 85 anni, distribuiti in 5 centri italiani specializzati. Nello studio saranno valutati 7 marcatori, al fine di stabilire quali siano più specifici per predire la conversione del lieve declino cognitivo in Alzheimer.Il costo totale stimato è pari a euro 3.950.000, mentre stime di calcolo circa i costi socio-sanitari ipotizzano cifre complessive pari a circa 6 miliardi. I pazienti saranno monitorati per 3 anni. L'obiettivo finale è essere pronti a fare uno screening, al fine di ottimizzare la distribuzione di nuovi farmaci, per evitare di esporre al trattamento e alle potenziali correlate reazioni avverse pazienti che non ne trarrebbero giovamento, garantendo la sostenibilità. "Con questi strumenti quando i farmaci arriveranno saremo pronta a curare migliaia se non milioni di persone in modo appropriato e sicuro" spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, mentre per il direttore generale dell'Aifa Mario Melazzini evidenzia "vogliamo essere i primi a fare programmazione". Mentre il professor Paolo Maria Rossini, del Policlinico Gemelli, mette un rilevo "le ottime caratteristiche di ricerca e sanità pubblica".

 

-  Lorenzin, una diagnosi di Alzheimer ogni 3 secondi nel mondo

 "Noi abbiamo circa un malato di Alzheimer diagnosticato ogni 3 secondi nel mondo". A evidenziarlo è il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo alla presentazione del progetto 'Interceptor' dedicato all'Alzheimer. "Noi sappiamo che quando l'Alzheimer è precoce è una malattia assolutamente degenerativa- spiega il ministro- è tra le principali malattie in una popolazione anziana come la nostra. Riguarda il futuro non solo del nostro Paese ma del nostro continente". "Questo lavoro fatto (il progetto Interceptor) - aggiunge- mira a cominciare ad organizzare un nuovo modello di intercettazione del rischio del malato, quindi bisogna intercettarlo il prima possibile per poter poi agire su questi gruppi di rischio, una volta che la malattia si potrebbe manifestare. Perché ci serve questo nuovo modello? Siamo in attesa di farmaci che possano risolvere, o quantomeno contenere la malattia, ci sono nuove sperimentazioni che ci fanno sperare che tra il 2018 e il 2025 vedranno la luce dei farmaci che cominceranno a contenere, arginare e guarire la patologia". "È evidente però - rileva ancora Lorenzin- che questi farmaci hanno un impatto sulla popolazione, degli effetti collaterali e attraverso questa nuova soluzione avremo modo di cambiare i modelli organizzativi per la gestione dei pazienti, che oggi sono totalmente a carico delle famiglie. Dobbiamo invece riuscire a inserire nel processo organizzativo la gestione di questi pazienti. Bisogna partire per tempo, questo è uno di casi in cui noi ci stiamo preparando per primi. Stiamo attivando oggi gli strumenti e il terreno per cui quando arriveranno questi farmaci l'Italia sarà pronta e saremo in grado di curare migliaia se non milioni di persone in modo appropriato e sicuro". "Credo - conclude - che questa sia una sfida incredibile, sappiamo come questa malattia impatti sulla vita familiare e qui si gioca la sfida di un sistema sanitario nazionale universalistico come il nostro".

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