L'azione combinata di due farmaci immunoterapici, mirati a risvegliare il sistema immunitario per combattere il cancro, raddoppia la risposta positiva di efficacia nel tumore del polmone a piccole cellule (Sclc) ad elevato carico di mutazioni geniche. Un passo avanti importante contro uno dei due principali tipi di tumore del polmone, rappresentando circa il 10-15% del totale di tali neoplasie. Le percentuali di sopravvivenza a cinque anni tendono infatti a essere più basse rispetto al tumore del polmone non a piccole cellule, perché il Sclc cresce più rapidamente e i sintomi spesso non sono riconosciuti fino a quando il cancro non è in stadio avanzato.
La combinazione tra le due molecole nivolumab e ipilimumab ha dimostrato una percentuale di risposta globale più che raddoppiata (46%) rispetto a solo nivolumab (21%). Netto è anche il miglioramento del tasso di sopravvivenza globale che raggiunge ad un anno il 62% con la combinazione (rispetto al 35% dimostrato dalla monoterapia). Lo evidenziano i risultati dello studio CheckMate-032 in pazienti precedentemente trattati, presentati alla 18/ma Conferenza mondiale sul tumore del polmone (WCLC) dell'International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) in corso a Yokohama, in Giappone. Le cellule tumorali accumulano gradualmente mutazioni che non sono osservate nelle cellule normali. Il carico mutazionale del tumore è una misura quantitativa delle mutazioni che si manifestano nelle cellule tumorali ed è un tipo di biomarcatore che può aiutare a predire la probabilità di un paziente di rispondere alle terapie immunoncologiche. Ulteriori ricerche, ha affermato Matthew Hellmann del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, "devono essere condotte per esplorare l'applicazione di questo marcatore in tutti i tipi di tumore del polmone".