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Tre codici del cuore tagliano i controlli inutili

Tre codici del cuore tagliano i controlli inutili

Società scientifiche propongono alle Regioni un triage cardiaco

ROMA, 25 febbraio 2017, 19:34

Redazione ANSA

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Elettrocardiogramma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Elettrocardiogramma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Elettrocardiogramma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un "triage" del cuore mentre il paziente è ancora ricoverato dopo un intervento di angioplastica permette di tagliare visite inutili e le liste d'attesa e di garantire ai pazienti una migliore qualità di vita e cure più appropriate e innovative. Un nuovo protocollo, sperimentato per due anni su quasi 800 malati, riduce infatti le visite del 39%, dando a ciascuno l'assistenza migliore: basta inserire i pazienti in una di tre categorie a rischio crescente e poi attenersi ai controlli raccomandati, più o meno ravvicinati anche a seconda della complessità della terapia necessaria.

Il protocollo è condiviso dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE), Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva (GICR-IAPCR), Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali (ARCA). Le società scientifiche, riunire a Milano in un congresso con il contributo di Menarini, hanno l'obiettivo di far sì che le Regioni implementino questi semplici protocolli, che si sono dimostrati estremamente efficaci, così da migliorare l'appropriatezza delle prestazioni e la qualità di vita dei pazienti.

Sarebbe sufficiente una valutazione di pochi minuti per assegnare ai circa 150.000 italiani che ogni anno si sottopongono a un intervento di stent, una delle tre classi di rischio crescente che richiedono un percorso diverso per i controlli negli anni successivi. Per gli italiani che ogni anno si sottopongono a un'angioplastica dopo l'intervento non esiste ancora un percorso codificato di visite ed esami. Solo uno su cinque nell'arco di due anni ha bisogno di almeno cinque visite ed esami strumentali di controllo perché ad alto rischio, ma oggi anche chi è a basso rischio, il 15% del totale, torna dal cardiologo in media oltre quattro volte.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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