In fatto di infertilità, non esiste un genere più colpito rispetto all'altro. Le cause più frequenti sono divise al 50% tra il maschio e la femmina. Per quanto riguarda il primo, nella maggior parte dei casi è per una causa congenita, si nasce con un'alterazione che porta ad una minor produzione di spermatozoi. Poi ci sono una serie di concause, come stress, inquinamento e fumo, che possono essere cause dirette o secondarie. In 4 donne su 5 l'infertilità è colpa dell'età: a 40 anni la probabilità di gravidanza scende al 5%.
Ne parla Luca Mencaglia , Direttore dell'Unità Operativa Complessa Centro Procreazione medicalmente assistita dell'Usl sud-est Toscana, e organizzatore del primo Congresso Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita che si terrà a Firenze il 23 e 24 febbraio. "Alla base - spiega Mencaglia - ci sono soprattutto problemi sociali, come la carriera o il bisogno di indipendenza, o economici, e quindi la donna tende a ritardare la data del primo concepimento. Si tratta di un problema gravissimo, perché sappiamo che già a 30 anni il patrimonio follicolare di una donna è ridotto di oltre il 50%, a 35 anni rimane solo il 20%, a 40 si riduce al 5%". Le ultime rilevazioni hanno stabilito che la data della prima gravidanza si è spostata, dal 1970 ad oggi, dai 22 ai 36 anni.
"Questo ha anche conseguenze - aggiunge Mencaglia - sul tasso di rimpiazzo della nostra generazione: ogni donna dovrebbe avere due figli, in questo momento invece siamo a 1,3. Questo significa che nel 2050 avremo l'86% di popolazione ultra 80enne.
Con conseguenze pericolose anche sul nostro welfare. L'ingresso degli immigrati non cambia molto la situazione: all'inizio vengono con abitudini diverse, con un tasso di gravidanza più alto, ma dopo due anni si adeguano perché riscontrano le stesse difficoltà, se non addirittura maggiori". (ANSA).