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Alcool nel periodo del concepimento, i figli rischiano l'obesità

Bere ha effetto sulla placenta prima del parto, causando scelte differenti di dieta nella prole

Redazione ANSA SYDNEY

 Alle donne viene da tempo sconsigliato di consumare alcool durante la gravidanza, ma un nuovo studio australiano suggerisce che bere può essere rischioso già al tempo del concepimento. Secondo la ricerca condotta dall'Università del Queensland, le donne che bevono l'equivalente di quattro bicchieri di vino al giorno attorno prima e dopo la fecondazione hanno una maggiore probabilità di mettere al mondo un figlio maschio a più alto rischio di obesità.
    Lo studio condotto su ratti da Emily Dorey della Scuola di Scienze Biomediche dell'ateneo, indica che l'esposizione all'alcool causa una preferenza sostenuta per il cibo grasso nella prole maschile, anche se sembra non avere lo stesso effetto sulle femmine. Ai ratti coinvolti nello studio è stato somministrato l'equivalente del consumo umano di quattro bicchieri di vino al giorno, da quattro giorni prima dell'accoppiamento a quattro giorni dopo.
    "Abbiamo osservato che il percorso di ricompensa nel cervello è alterato dall'esposizione all'alcool attorno al concepimento", scrive Dorey sull'American Journal of Physiology. Lo studio indica che l'alcool ha effetto sulla placenta prima del parto, causando scelte differenti di dieta nella prole, aggiunge. Lo studio indica inoltre che la prole sia maschile che femminile, se esposta all'alcool al concepimento, ha un più alto rischio di degenerazione grassa del fegato.
    La ricerca è significativa, osserva la studiosa, perché è una pratica comune bere attorno al tempo del concepimento o quando si tenta di restare incinta. "Con il tasso di gravidanze non programmate in Australia, e i livelli di consumo di alcool, vi è una proporzione molto alta di gravidanze esposte all'alcool in questo particolare periodo. E' un messaggio di avvertimento molto importante". Sarà tuttavia difficile condurre un simile studio sugli esseri umani, avverte comunque Dorey. "Vi sono troppe influenze esterne durante la crescita", osserva. (ANSA)

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