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Una porzione di cereali integrali al dì è scudo anti-diabete

Una porzione di cereali integrali al dì è scudo anti-diabete

Rischio ridotto del 22% per le donne e del 34% per gli uomini

ROMA, 17 settembre 2018, 17:03

Redazione ANSA

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Una porzione di cereali integrali al dì è scudo anti-diabete - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una porzione di cereali integrali al dì è scudo anti-diabete - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una porzione di cereali integrali al dì è scudo anti-diabete - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai fiocchi di avena al pane di segale, chi preferisce i cereali integrali a quelli raffinati ha un rischio più basso di sviluppare diabete tipo 2. A confermare con ampi numeri i benefici delle fibre è uno studio pubblicato sul The Journal of Nutrition. Per capire se i noti effetti antidiabetici del grano integrale potessero essere estesi anche ad altri cereali non raffinati, i ricercatori della Università di tecnologia Chalmers a Göteborg, in Svezia, hanno esaminato i dati di 55.465 partecipanti attraverso uno studio di coorte danese. Tutti avevano tra i 50 ei 65 anni e non avevano inizialmente il diabete, ma 7.417 di loro hanno sviluppato la malattia nel corso di 15 anni.

Tuttavia, coloro che hanno riferito di aver consumato almeno 50 grammi al giorno di cereali integrali il rischio di diabete era molto inferiore. In particolare era del 22% più basso per le donne e del 34% più basso per gli uomini, rispetto a chi ne assumeva la quantità minima. "Il risultato integra altri dati riportati in precedenza - commenta Enzo Bonora, past president della Società Italia di Diabetologia (Sid) -, ma è particolarmente solido per la numerosità campionaria e per l'aver incluso la valutazione di molti fattori potenzialmente confondenti quali consumo di alcol, fumo, attività fisica. Interessante è che i risultati erano sovrapponibili a prescindere dal tipo di cereale (frumento, segale, avena) e dai differenti prodotti alimentari (pane integrale di frumento, pane di segale, muesli di avena). Questo rende ampia la scelta".

Le fibre, aggiunge, "mantengono una flora batterica intestinale metabolicamente più salutare, riducono l'aumento della glicemia dopo il pasto e questo determina un minore stress delle cellule che producono insulina". Quindi, conclude, "no all'esclusione dei carboidrati dalla dieta, come evidenziato anche in un recente studio pubblicato da Lancet Public Health, ma preferire quelli poco raffinati. In un momento in cui i media veicolano messaggi spesso confondenti sull'alimentazione, è importante restare ancorati a quello che viene documentato dalla scienza".

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