chiarisce Simona Frontoni, professoressa
di Endocrinologia presso l'Università di Roma Tor Vergata - si è
diffuso il concetto di un diverso impatto dei farmaci nei due
sessi, sia in termini di effetti collaterali che di efficacia.
Questi risultati sottolineano l'importanza di studiare le
possibili differenze di genere già nelle prime fasi di sviluppo
dei farmaci, cosa che oggi non accase".
Questo, sottolinea l'esperta della Società Italiana di
Diabetologia (Sid), "permetterebbe di individuare molecole con
eventuali diverse indicazioni e permetterebbe una
personalizzazione della terapia, che si traduce in maggiore
efficacia sui pazienti e risparmi per la sanità
pubblica".
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