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Sesti,diabete epidemia sottovalutata ma passi avanti in cure

Sesti,diabete epidemia sottovalutata ma passi avanti in cure

Oggi oltre 4 milioni di italiani colpiti, necessaria più informazione

ROMA, 16 marzo 2017, 13:15

Redazione ANSA

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Il presidente della società italiana di diabetologia Giorgio Sesti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente della società italiana di diabetologia Giorgio Sesti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente della società italiana di diabetologia Giorgio Sesti - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Un'epidemia che non rallenta la sua corsa ma che, nonostante i numeri più che allarmanti, continua ad essere "sottovalutata" e "sottostimata". E' il diabete, che solo in Italia colpisce oltre 4 milioni di persone a cui si aggiunge un ulteriore milione che non sa di essere malato. Una "minaccia crescente" nonostante sul fronte delle terapie si stiano facendo grandi passi avanti. A fare il punto e richiamare l'attenzione su questa malattia in vari casi 'silente' è il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), Giorgio Sesti, che dall'11 al 15 marzo a Riccione presiede i lavori del congresso nazionale 'Panorama Diabete'.

    "In Occidente e dunque anche in Italia - avverte Sesti - si parla di una vera epidemia di diabete, dovuta anche a fattori tipici dello stile di vita occidentale come la sedentarietà, l'eccessivo consumo calorico e l'obesità. Ma anche l'allungamento della sopravvivenza ha un peso, dal momento che il diabete è una malattia dell'invecchiamento ed oltre il 60% dei diabetici è over-65. Tuttavia - spiega - resta ancora una malattia sottostimata e questo perchè, soprattutto nel diabete di tipo II degli adulti, la malattia è spesso asintomatica, silente e resta così 'nascosta'". E c'e' anche un altro aspetto che preoccupa gli specialisti: "C'è ancora la percezione diffusa che il diabete non sia tutto sommato una patologia grave, ma piuttosto 'leggera'. Al contrario, ha elevati livelli di mortalità per vari fattori ed aumenta il rischio per alcuni tumori. Tanto che la mortalità della popolazione diabetica è 3 volte superiore rispetto a quella della popolazione senza diabete". A tale falsa percezione fanno da 'contraltare' i numeri epidemici, appunto, che contraddistinguono il diabete: "In Italia stimiamo - afferma Sesti - 4 milioni di diabetici, di cui 3,7 milioni sono in cura con farmaci, mentre 3-500mila si curano solo con la dieta. Esiste però poi un ulteriore milione di malati 'sommersi' che non sanno di esserlo e sono quelli più a rischio, perchè scoprono la malattia solo, magari, con il manifestarsi di un evento cardiovascolare, quando è già tardi".

    Inoltre, "stimiamo altri 3,5 milioni di italiani in una condizione di pre-diabete: sono quelli che presentano forti fattori di rischio, inclusa la familiarità genetica, e che nell'arco di 3-5 anni svilupperanno la malattia". Nell'arco dei prossimi 5 anni, dunque, "si potrebbe arrivare a contare in Italia 8-9 milioni di diabetici". Numeri enormi, per costi altrettanto 'fuori misura': solo per i costi diretti, come farmaci e ricoveri, in Italia si spendono per il diabete 8-10 miliardi l'anno, cui si aggiungono circa 12 miliardi di costi indiretti. Da qui l'appello che i diabetologi lanciano alle istituzioni: "E' necessario investire di più nella Ricerca sul diabete ed un'idea - rileva Sesti - potrebbe essere quella di istituire una raccolta fondi nazionale come nel caso di Telethon, o di rendere possibile la finalizzazione del 5 per 1000 alla Ricerca sul diabete". Detto questo, sottolinea il presidente Sid, "la scienza sta facendo grandi passi avanti: stanno arrivando farmaci innovativi in grado di ridurre anche la mortalità per le gravi complicanze cardiovascolari che il diabete comporta. E siamo ormai molto vicini alla realizzazione del pancreas artificiale, che con un microinfusore è in grado di erogare l'insulina automaticamente e nella quantità necessaria.

    Potrebbe essere disponibile già entro 3 anni". Passi avanti anche sul fronte del miglioramento della qualità di vita dei pazienti, con dispositivi di avanguardia che consentono l'automonitoraggio della glicemia attraverso dei sensori e senza più la necessità di 'buchi' sulla pelle. Al momento, precisa Sesti, "è invece ancora piuttosto lontana l'applicazione clinica di terapie che si basano sulle cellule staminali o il trapianto di isole pancreatiche". Tutto questo comporta ovviamente un problema di sostenibilità economica ma il punto, chiarisce, "è che le nuove terapie abbatterebbero ricoveri e costi indiretti e dunque, alla fine, il costo iniziale si tramuterebbe in un netto risparmio per il Servizio sanitario nazionale". Ultima ma non meno importante questione, è quella legata all'informazione: "Oggi più che mai è fondamentale raggiungere i cittadini per informarli in modo corretto sulle conseguenze del diabete e sulla sua possibile prevenzione attraverso gli stili di vita. Ma tale informazione va mediata attraverso canali certificati e di grande diffusione. Da qui - annuncia il presidente dei diabetologi - il nuovo Canale Diabete in collaborazione con ANSA, e con il contributo incondizionato di MSD, che fornirà un'informazione a 360 gradi sulla malattia e la prevenzione". 

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