La cefalea si presenta come uno dei
sintomi iniziali dell'infezione nel Covid-19. "Può essere
diffusa a tutto il cranio, dare una sensazione di costrizione e
peso al vertice del cranio. Tutto questo avviene nel 14% dei
soggetti che presentano i primi sintomi di Covid-19. Nel caso
che l'infezione colpisca un soggetto già affetto da emicrania ne
moltiplica le crisi e rende non immediato il riconoscimento
insieme alla febbre, alla stanchezza e debolezza muscolare e
alla difficoltà respiratoria dell'infezione".
A fare il quadro della cefalea nei pazienti Covid è il
direttore del Centro regionale per le cefalee
dell'ospedale sant'Andrea di Roma, Paolo
Martelletti, che mette in guardia contro la cronicizzazione.
"La presenza di una multiforme sintomatologia neurologica,
cefalea e sensazione di testa annebbiata, anche dopo
negativizzazione da infezione da Covid-19 - afferma Martelletti
- deve essere presa in seria considerazione al fine di evitare
una cronicizzazione della cefalea ed un ulteriore peggioramento
della qualità di vita del paziente".
Certamente, spiega ancora Martelletti, "la sintomatologia
dell'infezione da Covid-19 è multiforme e dipende dal
coinvolgimento di molteplici sistemi ed apparati. Nelle forme
non severe di Covid-19 che possono e debbono essere gestite e
curate evitando l'ospedalizzazione del paziente, il
riconoscimento precoce della sintomatologia è un presupposto
fondamentale per una immediata gestione terapeutica.
Il cosiddetto 'long Covid' è l'insieme dei sintomi che
accompagnano il paziente anche per mesi dopo la dimissione
dall'ospedale, e tra questi si annoverano la facile faticabilità
muscolare, un moderato affanno, una persitente cefalea, e la
sensazione di testa annebbiata e la slatentizzazione di disturbi
pschiatrici". In generale, ricorda, "la qualità di vita dei
pazienti che escono dalla sindrome Covid-19, sia dalla forma
lieve che severa, mostrano una qualità di vita nettamente
peggiorata pur avendo superato una difficile prova fisica".
E tra i disturbi neurologici più frequenti che si possono
riscontrare nel 'long Covid' "non bisogna sottovalutare appunto
la cefalea persistente, sia di nuova insorgenza che come
peggioramento di una preesistente emicrania. La cefalea pur non
rappresentando un quadro prognostico per l'evoluzione del
Covid-19 - dice Martelletti che ha pubblicato sulla rivista
SpringerNature Comprehensive Clinical Medicine - deve essere
tenuta in considerazione come possibile sequela cronica
dell'infezione". "Comunque tale quadro clinico era già
conosciuto, come conseguenza di altre infezioni virali, con il
nome di 'nuova cefalea persistente quotidiana' e descritto la
prima volta da Walter Vanast della McGill University di
Montreal, come cefalea conseguente ad infezione da Esptein-Barr
Virus e pubblicata nel 1987 su The Lancet", conclude
Martelletti.
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