ROMA - Il primo atto per l'introduzione della nuova Suzuki Swift è andato in scena ieri in Giappone con il reveal delle versioni per il mercato locale. Ma la data per la seconda fase di questo importante lancio - visto che dal debutto nel 2004 la Swift è stata venduta nel mondo in 5,3 milioni di unità - è stata già comunicata: il 7 marzo 2017, quando al Salone di Ginevra Suzuki svelerà la variante per l'Europa, probabilmente diversa in alcuni dettagli di design e con differenti contenuti rispetto al modello giapponese. Infine nell'ottobre del prossimo anno, sotto la denominazione Maruti Suzuki, la nuova Swift sarà lanciata in India, dove questa marca è il primo e più importante costruttore locale. Completamente rinnovata rispetto alla generazione attuale, la Swift 2017 evidenzia significativi cambiamenti, tra cui l'adozione della piattaforma leggera Heartect - la stessa della Baleno - che ha permesso di ridurre il peso fino a 1.000 kg, di aumentare la rigidità e di conseguenza innalzare ancora il comportamento dinamico. Debutta anche la motorizzazione mild hybrid 1.2 SHVS (Smart Hybrid System Suzuki) - anch'essa mutuata dalla Baleno - che assiste il propulsore termico in accelerazione e ripresa consentendo un miglioramento delle prestazioni e consumi più bassi, a fianco del 3 cilindri turbo benzina 1.0 Boosterjet da 120 Cv e del 4 cilindri aspirato 1.2 Dualjet da 91 Cv. Previste, per la Swift giapponese, la trazione anteriore o quella integrale, così come è possibile scegliere tra cambio meccanico a 6 marce o automatico CVT. Oltre che per l'inedito design, in cui spiccano il diverso trattamento del frontale e l'originale linea della fiancata con maniglia delle porte posteriori 'nascosta' nel montante, nuova Swift si distingue per importanti dotazioni di sicurezza e assistenza alla guida, tra cui - per la prima volta in una Suzuki - il sistema Dual Sensor Brake Support (DSBS) con frenata di emergenza che si avvale di telecamera e sensore laser. Il debutto della nuova generazione della Swift rientra nella strategia di sviluppo globale di Suzuki che, come era stato comunicato nei mesi scorsi agli investitori, prevede il lancio di 20 nuovi modelli in cinque anni sfruttando tre famiglie di piattaforma leggere (mini per le J-car giapponesi, A e B) e il potenziamento del network produttivo in Giappone, India, Indonesia, Thailandia e Ungheria.