E' confermata la multa da 5 milioni di euro inflitta
dall'Antitrust nell'agosto scorso a Volkswagen, accusata di
pratica commerciale scorretta per una ritenuta esistente
manipolazione del sistema di controllo delle emissioni
inquinanti. Lo ha deciso il Tar del Lazio i cui giudici hanno
respinto la richiesta di sospensione del provvedimento
sanzionatorio fatta dal gruppo automobilistico.
La pratica che ha portato alla sanzione "riguarda la
commercializzazione sul mercato italiano - rese noto l'Antitrust
- a partire dal 2009, di autoveicoli diesel (con codice
identificativo EA189 EU 5) la cui omologazione è stata ottenuta
attraverso l'utilizzo di un software in grado di alterare
artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di
banco per il controllo delle emissioni inquinanti". Il Tar ha
ritenuto non esistenti i presupposti per la sospensione del
provvedimento sanzionatorio; e ciò "considerato che la sanzione
pecuniaria - si legge nel provvedimento - risulta già
corrisposta e che la condotta e cessata il 15 settembre 2015",
che "le ulteriori deduzioni delle ricorrenti sul punto non sono
condivise dal collegio, in quanto i profili legati alla
notorietà dell'evento e alla reputazione del gruppo industriale
Volkswagen non sono legati esclusivamente al provvedimento
impugnato", che "le conseguenze in campo penale la perdita di
occasioni commerciali che le ricorrenti invocano risultano allo
stato indimostrate e comunque eventuali". Per il resto, i
giudici amministrativi hanno ritenuto che le ulteriori deduzioni
proposte dalle ricorrenti per la camera di consiglio potranno
essere approfondite nella più idonea udienza di merito che sarà
prossimamente fissata.
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